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Il caos al servizio della musica: Warmduscher da South London in concerto al Combo

Domenica 12 dicembre a Firenze arriva in concerto una delle band più innovative degli ultimi anni nata in una notte infernale di Capodanno dal mix tra i Fat White Family e i Paranoid London

Warmdusher

La rivista “Clash” li ha definiti: “l’esperienza più squallida, dissoluta e decisamente coinvolgente dell’underground chitarristico londinese del momento”. Sono i Warmduscher che saranno in concerto domenica 12 dicembre al Combo Social Club di Firenze. In apertura da Roma i Big Mountain Country.

Nati da un “incontro all’inferno” tra i Fat White Family e i Paranoid London, i Warmduscher si sono formati la notte di Capodanno del 2014 come band improvvisata per suonare a una festa in casa.

La formazione iniziale vedeva Higgins alla voce e Harmer alla batteria insieme a Saul Adamczewski e Lias Kaci Saoudi della Fat White Family rispettivamente al basso e alla chitarra. Il gruppo è poi proseguito come quintetto, con Everett (batteria), Romans-Hopcraft (basso) e Whalley (noise/elettronica) a sostituire Harmer e Saoudi.

Il nome “Warmduscher” è tedesco e tradotto letteralmente significa “doccia calda”, si riferisce colloquialmente a qualcuno che viene percepito come un po’ troppo ‘morbido’ per qualcosa di specifico o non abbastanza duro per la vita in generale. E’ un altro modo per dire: “Sei un guastafeste, amico!”.

La maggior parte della discografia dei Warmduscher, un post punk incredibilmente potente, ispirato e viscerale (Whale City del 2018, Khaki Tears del 2016 Tainted Lunch del 2019) è stata prodotta dal londinese Dan Carey, che è stato determinante nell’aiutare la band ad affinare il proprio sound caotico.

Sfortunatamente, all’inizio del processo di registrazione dell’ultimo disco At the Hotspot, Dan si è ammalato di Covid-19 e la band ha dovuto trovare rapidamente un nuovo produttore.

At the Hotspot è stato così prodotto da Joe Goddard e Al Doyle degli Hot Chip, e grazie al tempo passato in studio durante il lockdown ha un sound più riflessivo e raffinato. 

Croccante all’esterno, morbido all’interno: potrebbe essere la musica più divertente che i Warmduscher abbiano mai registrato.

Ecco la nostra intervista alla band

Ho letto che i Warmdusher si sono formati per caso la notte di Capodanno del 2014, cosa ci puoi raccontare di quella folle notte?

Abbiamo messo insieme una band per quella sera. Un gruppo di noi della scena di South London si è riunito e ha festeggiato sul palco con un set improvvisato. E’ stato così divertente che abbiamo deciso di continuare a suonare insieme!

Da “Tainted Love” a “At The Hotspot” mi sembra che siano cambiate molte cose, come avete lavorato al disco?

La differenza principale rispetto a questi dischi è che durante il Covid abbiamo avuto più tempo per lavorare su At The Hotspot e quindi abbiamo potuto sviluppare le canzoni un po’ di più di quanto avremmo fatto normalmente. Tainted Lunch lo abbiamo scritto in cinque giorni e registrato in quattro.

Il vostro ultimo disco è stato prodotto da Joe Goddard e Al Doyle degli Hot Chip (uno dei miei gruppi preferiti by the way), com’è stato lavorare con loro? 

Sono musicisti e persone straordinarie e hanno capito subito dove volevamo arrivare con quell’album. Sono riusciti a combinare il nostro modo di lavorare in passato con la registrazione dal vivo come band, ma anche a combinare molti strumenti e percussioni che non avevamo mai usato prima. È stato incredibile!

Ho visto una vostra performance dal vivo del 2022 a Glastonbury su youtube e devo dire che adoro il vostro atteggiamento sul palco! Sembra che vi divertiate davvero! Come vi state preparando per il tour italiano?

Amiamo l’Italia e amiamo quello che facciamo, quindi dovrebbe essere molto semplice in termini di preparazione. Daremo il 150%!

Approfitterete delle date in Italia per visitare qualche museo o assaggiare la cucina locale? Cosa sa della musica italiana?

Il cibo sì, i musei probabilmente no, perché purtroppo il tempo a nostra disposizione è limitato. Abbiamo trascorso molto tempo in Calabria e anche a Napoli, quindi conosciamo bene la tarantella vecchio stile. Non vediamo l’ora!

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