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Vino, il boom del Vermentino spinge la DOC Maremma Toscana

In dieci anni il consorzio è arrivato a quasi 7 milioni di bottiglie, di cui il bianco rappresenta oltre il 30% per la denominazione

Una degustazione di vermentino del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana

La DOC Maremma Toscana, al traguardo dei dieci anni, festeggia con il vino di punta del consorzio: il Vermentino che rappresenta oltre il 30% dell’imbottigliato regalando un +6,9 per cento all’anno che sta per chiudersi. Un consorzio che quindi saluta il 2024 con il sorriso a dispetto di altre denominazioni toscane in affanno.

Nel corso dell’ultimo decennio il consorzio Maremma Toscana è passato dai 9 soci aderenti all’atto costitutivo agli attuali 469 che operano in tutta la provincia di Grosseto: si va dai viticoltori piccoli e medi ai nomi più blasonati del panorama enologico nazionale. Si è passati da quasi 3,5 milioni di bottiglie nel 2014 ai 7 milioni e oltre per l’anno corrente.

I dieci anni della DOC Maremma Toscana

Soprattutto il consorzio ha avuto la capacità di adattarsi alle esigenze di mercato e al cambiamento climatico. Nel 2014 i rossi rappresentavano il 69% della produzione a fronte di un 28% di bianchi e un 3% di rosati. Nel 2024 i rossi sono scesi al 54% con i rosati sostanzialmente stabili al 4% mentre i bianchi hanno superato il 40%, con l’ottima performance del Vermentino.

Abbiamo lavorato intensamente per portare la DOC Maremma Toscana ad un livello sempre più alto di qualità e di visibilità – spiega Francesco Mazzei alla guida del Consorzio dal 2018-. Abbiamo fatto degli evidenti passi in avanti ma vi è ancora molto da fare. Siamo attualmente al quarto posto per l’imbottigliato tra le denominazioni toscane”.

Obiettivo a medio termine: 10 milioni di bottiglie

Anche in questi primi dieci mesi dell’anno il consorzio ha registrato una crescita, in controtendenza con l’andamento regionale. “L’obiettivo è di chiudere il 2024 superando i 7 milioni di bottiglie e di portare avanti alcuni progetti a cui teniamo particolarmente come la razionalizzazione del disciplinare, la ricerca e la caratterizzazione viticola, l’enoturismo e la sinergia con gli altri consorzi sul territorio” assicura Mazzei.

Francesco Mazzei e Luca Pollini presidente e direttore Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana

A spingere il consorzio è soprattutto il Vermentino che sta dando grandi soddisfazioni alla denominazione, protagonista di un Grand Prix ogni anno. “Abbiamo certamente ottenuto un miglioramento del valore del brand DOC Maremma Toscana, strada da perseguire anche con le altre tipologie di vino previste dal disciplinare; resta fermo l’obiettivo dei 10 milioni di bottiglie nel medio periodo, massa critica indispensabile per avere più visibilità sui mercati” ribadisce Mazzei.

Saccardi: un bellissimo compleanno per la DOC

“E’ un bellissimo compleanno per una DOC che sta acquisendo sempre maggiore credibilità e che si sta affermando sempre di più sui mercati nazionali e internazionali, lavorando sulla qualità del prodotto e sulla modernità e bellezza delle proprie cantine -racconta Stefania Saccardi vicepresidente e assessore all’Agroalimentare della Regione Toscana- Il Consorzio ha fatto un lavoro straordinario di protezione e valorizzazione di questi vini, sviluppando promozione e tutela e portando in giro per il mondo una Maremma che è sempre più anche un luogo di attrazione turistica”.

Una denominazione ancora e sempre in crescita

Nel corso di questi dieci anni, il Consorzio ha visto un’espansione costante. “Il Consorzio è cresciuto in modo significativo, – commenta il direttore Luca Polliniportando la Maremma Toscana tra le zone vitivinicole più considerate e dinamiche della regione”.

L’impegno per la qualità e l’innovazione ha attratto nuovi soci. Si è registrato un aumento costante della produzione e della visibilità sui mercati internazionali. “Siamo consapevoli che la grande varietà ampelografica che può offrire la Maremma, con un territorio incontaminato in un contesto ambientale unico dove la vite è inserita in modo armonico ed equilibrato e la biodiversità è un fattore acclarato, costituiscano un punto di forza e ci abbiano aiutato nel processo di crescita della Denominazione” conclude Pollini.

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