Villa Bardini a Firenze riapre con la mostra “Galileo Chini e il Simbolismo Europeo” dedicata al pittore, illustratore e ceramista fiorentino, maggiore esponente italiano del gusto Liberty e uno dei maggiori interpreti europei dell’Art Nouveau, che si terrà dal 7 dicembre al 25 marzo.
La mostra, a cura di Fabio Benzi e promossa da Fondazione Cr Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, è focalizzata sugli anni giovanili di Chini (Firenze 1873-1956), dagli esordi alla Prima guerra mondiale, che lo resero famoso a livello internazionale.
Saranno esposti oltre 200 pezzi fra dipinti, disegni, illustrazioni e ceramiche, in un susseguirsi continuo di legami e parallelismi fra l’artista e l’arte internazionale che lo ispirò e che a lui si è ispirata.
Saranno presenti opere dell’ambiente artistico tra simbolismo francese e mitteleuropeo, tra preraffaellismo e secessioni, che vede intrecciare il percorso di Chini con quello di artisti come Auguste Rodin, Gustav Klimt, Max Klinger, Ferdinand Hodler, William de Morgan, Aubrey Beardsley, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Odilon Redon, Félix Vallotton, Pierre Bonnard e altri.
La sua fama gli procurò importanti commissioni pubbliche, come le decorazioni di importanti sale alle Biennali del 1903, 1907 e del 1914, di cui alcuni brani pittorici sono esposti in mostra.
In particolare, alla Sala del Sogno del 1907, che fu uno dei più grandi successi delle prime Biennali del tempo, egli espose alcuni dipinti (Icaro, San Giovanni) in un contesto di Simbolismo internazionale che fu forse l’ultima grande manifestazione di quel movimento.
L’artista fu anche uno straordinario ceramista le cui opere, improntate al gusto modernista dell’Art Nouveau, si possono annoverare tra le più significative e straordinarie di quel gusto.
Fin dal 1896 introdusse, tra i primissimi in Italia e in Europa, il gusto moderno dell’Art Nouveau (in Italia meglio noto col termine Liberty), attraverso i manufatti di una fabbrica (Arte della Ceramica, poi Fornaci S. Lorenzo) da lui diretta, che raggiunse in breve tempo fama mondiale.
Fra le opere esposte alcuni capolavori come i vasi ‘preraffaelliti’ della primissima fase, il vaso a lustro rosso con alberi del 1902, il cache-pot con camaleonti e altri: pezzi da annoverarsi tra i capolavori della ceramica europea di quel periodo.