Una ricostruzione virtuale del tramezzo trecentesco per entrare più a fondo negli aspetti storico, artistici e architettonici del complesso monumentale di Santa Croce. Grazie alle ultime tecnologie e all’accordo di collaborazione scientifica fra l’Università di Firenze e l’Opera di Santa Croce, attivo dal 2019, è stato possibile addentrarsi nella basilica, tra le opere e le vetrate, come mai successo prima.
Un lavoro che ha visto coinvolti il dipartimento di Architettura e quello di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, i cui risultati sono stati pubblicati nel volume “Santa Croce tra passato e futuro – Conoscere, conservare condividere”. L’attività interdisciplinare del gruppo di docenti e ricercatori è guidata da un comitato scientifico che segue la ridefinizione del nuovo percorso di visita e che è composto da Sonia Chiodo, Andrea De Marchi, Emanuela Ferretti, Stefano Filipponi, Isabella Gagliardi, Pietro Matracchi, Eleonora Mazzocchi e Ludovica Sebregondi.

La ricollocazione originaria delle opere nella basilica
I ricercatori hanno ottenuto una ricostruzione virtuale del tramezzo monumentale, realizzato nella metà del Trecento, grazie all’applicazione delle Digital Humanities. L’operadivideva la basilica in due parti, una destinata al popolo e l’altra alla numerosa comunità francescana.
Attraverso l’uso di visualizzazioni tridimensionali e di simulazioni immersive è stato, inoltre, possibile ricollocare virtualmente le opere d’arte che si presume costituissero l’arredo del tramezzo e connetterle visivamente con l’ambiente circostante. Sempre utilizzando strumenti digitali è stata ricostruita la collocazione originaria del Crocifisso di Donatello a inizio ‘400 nella quarta campata del tramezzo.
Fra le numerose piste di ricerca sviluppate, è stata restituita la corretta classificazione ad alcune vetrate della basilica, attribuendo a Giotto la raffigurazione di Mosè, Davide, Aronne e Salomone, nella parte inferiore della bifora centrale della Cappella Maggiore.