Riapre finalmente le sue porte al pubblico al termine dei lavori di riqualificazione l’Antica Spezieria dell’Ospedale Serristori a Figline Valdarno.
Il museo ospitato al piano terra della Villa di San Cerbone conserva collezioni di mobili e oggetti farmaceutici, testimonianza della secolare attività della Spezieria annessa all’antico Spedale della SS. Annunziata fondato nel 1399 dalla famiglia Serristori.
L’intervento, condotto sotto il controllo della Soprintendenza coadiuvata d’intesa tra Area Tecnica e Patrimonio di USL Toscana Centro, ha riguardato due ambiti: la struttura, sulla quale sono state eseguite opere di riqualificazione, con particolare attenzione agli infissi, alla sarchiatura di lesioni e alle finiture murarie con predisposizione impiantistiche e la mobilia, sulla quale sono stati eseguiti degli interventi di restauro per sanificarla dagli insetti xilofagi.
Inoltre è stato installato un sistema di allarme, in sostituzione di quello esistente oramai vetusto, con ripetizione presso la portineria, e sono stati integrati gli arredi con sistemi di ritenuta del vasellame esposto.
In occasione della riapertura è tornato allo splendore originario il dipinto di Matteo Rosselli “Testa di Cristo”, dopo il recente restauro possibile grazie all’impegno e al contributo economico del Calcit Valdarno Fiorentino che da sempre si batte per il decoro e il funzionamento dello storico ospedale di Figline.
L’opera del pittore fiorentino, dopo il recupero messo a punto dalla restauratrice valdarnese Manola Bernini, è di nuovo custodito nell’Antica Spezieria.
“La ristrutturazione della Antica Spezieria Serristori costituisce, con orgoglio, il punto di avvio di un più ampio processo di tutela e valorizzazione dei beni culturali della Azienda USL Toscana Centro – il commento del Direttore generale della Usl Toscana Centro, Valerio Mari – La sua riapertura e fruibilità al pubblico consente di ritornare all’originale concezione dell’arte intesa anche come cura dello spirito unitamente alla cura del corpo, nonché permette ai cittadini di accrescere la conoscenza delle proprie origini storiche e del territorio del Valdarno”.
“Siamo molto soddisfatti che, dopo un periodo di chiusura, a breve l’Antica Spezieria Serristori possa tornare ad essere aperta al pubblico e nuovamente visitabile – le parole dell’assessore alla Cultura del Comune di Figline e Incisa Valdarno – Per noi e per la nostra comunità si tratta infatti di un luogo fortemente identitario, oggetto nel corso degli anni di tante iniziative di valorizzazione da parte dell’Amministrazione, oltre a essere una tappa importante dei percorsi didattici legati al Sistema Museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino. Nei mesi passati, proprio in quest’ottica, ci siamo incontrati più volte con l’USL Toscana Centro per condividere un percorso che ci sta molto a cuore, considerando anche la fattiva collaborazione quarantennale legata proprio alla Spezieria”.
L’Antica Spezieria Serristori a Figline Valdarno
Lo Spedale della SS. Annunziata di Figline, destinato all’accoglienza dei poveri e degli ammalati, fu fondato nel 1399 da Ser Ristoro di Jacopo Serristori. Lo Spedale Serristori crebbe nell’area centrale di Figline, occupando un lato dell’attuale piazza Ficino fino al 1890, quando fu trasferito più distante dal centro del paese, nella Villa di San Cerbone, dove si trova tuttora l’Antica Spezieria.
Per il nuovo Spedale il pittore fiorentino Giovanni di Tano Fei realizzò nello stesso 1399 un polittico ora smembrato, citato negli inventari cinquecenteschi dello Spedale sull’altare della cappella. Il centrale con la Madonna col Bambino e Angeli è ancora conservato nei locali della Spezieria, mentre i laterali con i Santi Giacomo e Giovanni Battista e i Santi Andrea e Antonio Abate appartengono a collezioni private.
Nella cappella dello Spedale si trova ancora oggi l’Annunciazione del pittore Ludovico Cardi detto il Cigoli (1559-1613) del 1580 circa.
Dell’antica farmacia, nata presso lo Spedale nella prima metà del Cinquecento e rinnovata nel 1724, si conserva parte dell’arredo cinquecentesco (cassettiere, scaffali), con integrazioni risalenti al Settecento e al momento del trasferimento della sede. Vi sono esposti ritratti e soprattutto oggetti d’uso di ceramica e di vetro dal XV al XIX secolo.
Secondo gli inventari più antichi lo Spedale si riforniva da ceramisti di Figline, dell’Impruneta e anche di Deruta; tuttavia gran parte delle serie superstiti di vasi in maiolica del XVI e XVII secolo proviene da Montelupo. Gli oggetti di vetro venivano richiesti ad artigiani locali (i “bicchierai”), mentre quelli più raffinati erano importati da Venezia.
Restano numerosi vasi officinali in vetro di diverse dimensioni del Sei-Settecento; al loro interno spesso si conservano ancora residui dei materiali e composti chimici medicinali segnalati nelle etichette con calligrafie ottocentesche (“polizzini”).