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All’interno delle cave toscane: arte, bellezza e lavorazione

La Toscana è tra le Regioni con il più alto numero di siti estrattivi. Circa settemila gli addetti in un settore che affascina e cresce

Il marmo di Carrara ma anche l’alabastro di Volterra o il travertino di Rapolano.
Nel panorama nazionale la nostra rappresenta una delle Regioni più importanti per la varietà e per la qualità dei materiali estratti. Chi oserebbe dubitarne, dopotutto. Le conferme sono di quelle illustri: il Mosè. La Pietà, Il David.
Le cave di marmo hanno un fascino particolare, lo sguardo resta accecato dal bianco e dalle sue varietà, lo spirito annichilito dalla loro vastità.
Oltre l’arte e la bellezza, tuttavia, il settore delle attività estrattive si contraddistingue per rilevanza economica, sociale ed occupazionale.

Sono oltre seicento le aree di risorsa mineraria individuate dal nuovo piano regionale cave, elaborato dalla Regione Toscana in attuazione della legge regionale in materia. Un piano che vuole ottimizzare una produzione importante che necessita di essere tutelata e salvaguardato in un’ottica di sviluppo sostenibile per tutto il territorio.

Se la maggior parte dei materiali estratti vengono poi utilizzati per usi industriali e per costruzioni, sono i minerali, i marmi in particolar modo, quelli ovvero utilizzati per usi ornamentali,a rappresentare un vanto per la nostra regione.

Carrara è famosa in tutto il mondo e i marmi di Carrara rappresentano un’eccellenza regionale. Camminando per le strade di Carrara si respira l’orgoglio di chi questo materiale prezioso, tanto amato da Michelangelo Buonarroti, lo lavora e lo estrae da generazioni. Poco importano la fatica, la sveglia all’alba, la pelle bruciata dal sole. Avere la fortuna di vedere una cava dall’alto è un’esperienza quasi mistica. Il panorama che si apre sotto i piedi non ha paragoni.

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