Una barriera che cattura le plastiche nei corsi d’acqua e evita che arrivino al mare. È il progetto per la raccolta dei rifiuti portato avanti dal Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno grazie a una convenzione di ricerca con il dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni dell’Università di Pisa. La collaborazione è nata grazie al bando multimisura “Progetti integrati territoriali Psr 2014-2020” della Regione Toscana.
L’innovazione ha radici lontane: l’Università di Pisa studia da anni opere di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale per riqualificare l’habitat fluviale e “visto il forte problema delle macroplastiche, abbiamo deciso di iniziare l’attività di ricerca in modo da bloccare le plastiche prima dell’immissione in mare, ovvero, nei corsi d’acqua. Stiamo studiando varie soluzioni poco invasive e facilmente realizzabili per le varie tipologie di corsi d’acqua”, ha spiegato il professore Stefano Pagliara, docente di Idraulica e Costruzioni Idrauliche del Destec UniPi.
La barriera che blocca la plastica e non modifica l’equilibrio del corso d’acqua
Il progetto per catturare i rifiuti è stato presentato a San Giuliano Terme. Qui c’è stata la visita alla barriera mobile sperimentale per trattenere le microplastiche installata all’interno del canale demaniale di Ripafratta, detto anche Fosso del Mulino o Fosso Macinante. Al sopralluogo hanno preso parte Monia Monni, assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, Filippo Pancrazzi assessore all’Ambiente del Comune di San Giuliano Terme, Stefano Pagliara, professore di idraulica e costruzioni Idrauliche del Destec UniPi, Ilaria Nieri, ingegnere Ph.D. borsista Destec UniPi, Michele Palermo, docente Idraulica.
“La Toscana è stata la prima Regione plastic free, anticipando i tempi imposti dall’Unione Europea – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni – Tuttavia, resta fondamentale la raccolta laddove si accumula. Il progetto che presentiamo oggi punta proprio a un intervento mirato, innovativo, tecnologico e a basso impatto ambientale sui corsi d’acqua”.
Lo studio dell’Università mira ad effettuare la raccolta selettiva delle plastiche, materiale galleggiante e semi affondato, che si muove nei corsi d’acqua, spinto dalla corrente. “Il sistema sperimentato non interferisce con la vita del fiume, non reca danno alla flora e alla fauna e inoltre è progettato per restare in posizione per lungo tempo. Inoltre, resta operativo durante le piogge ordinarie e permette e lo scorrimento libero delle acque senza alterarne la portata e la velocità, così come il passaggio di animali acquatici e dei detriti fluviali naturali, che afferiscono al mare alimentando le coste”, spiega Ilaria Nieri, ingegnere Ph.D. borsista Destec UniPi.
L’obbiettivo è quello d’incrementare la resistenza degli agroecosistemi locali con interventi ecologici e buone pratiche agricole per preservare o ripristinare la naturalità del paesaggio e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.