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Verde, bianco e rosso: l’Università di Firenze rilegge la bandiera italiana

Il 7 gennaio è la festa del tricolore e il dipartimento di Architettura reinterpreta i colori simbolo dell’unità puntando su tre valori: solidarietà, pace e innovazione

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I colori della bandiera italiana riletti dal dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, per rilanciarne il significato contemporaneo, nel giorno dedicato al tricolore, il 7 gennaio.  Elisabetta Cianfanelli, docente di Design e Leonardo Giliberti, propongono una reinterpretazione offrendo una visione creativa che va oltre la funzione istituzionale.

Rileggere i colori

Il verde diventa così uno scorcio di collina toscana, puntando al valore imprenscindibile della sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica. “Il verde intenso degli ulivi secolari si alterna ai campi coltivati con metodi biologici, dove agricoltori locali preservano la biodiversità, come custodi di una cultura secolare”, si legge nella nota di Unifi. Sullo sfondo i piccoli borghi medievali “dove le comunità mantengono vive le tradizioni artigianali, mentre mercati contadini a chilometro zero rafforzano il legame tra produttori e consumatori”. Spazio anche alle energie rinnovabili che “si integrano armoniosamente nel paesaggio: pannelli solari sui tetti delle cascine si alternano a piccoli impianti eolici, testimoniando come innovazione e rispetto per l’ambiente possano coesistere”.

Il bianco, centrale, simboleggia la pace e unità: la neve rimanda alle comunità montane che “si sono unite nei secoli, affrontando le avversità con resilienza. Questa attitudine è richiamata dalla purezza della neve che, nonostante le intemperie, resiste e si rinnova”. La foprza rigenerativa della pioggia e della neve simanda ai valori di solidarietà e condivisione.

Rosso invece è la spinta creativa dell’innovazione e “lo slancio per la trasformazione tecnologica che anima start-up e imprese storiche del Paese verso nuovi orizzonti tecnologici”. Ma non solo, rosso è il colore del coraggio di reinventarsi, come devono fare le eccellenza del made in italy, in tutti i campi. “La passione italiana per la bellezza e la qualità – si legge sempre nella nota – si trasforma e si adatta, guidando il Paese attraverso la rivoluzione digitale mentre mantiene vivo il calore della sua tradizione millenaria”.

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