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Le vecchie lenzuola degli hotel si trasformano in camicie: l’idea di Francesca Riillo

La fashion designer ha dato vita in Maremma a un originale progetto che unisce moda e sostenibilità: “Il riciclo può essere un nuovo stile di vita”

Del lenzuolo non si butta via niente. Si potrebbe riassumere così l’idea di Francesca Riillo, fashion designer calabrese che ha trovato in Toscana un luogo ideale per far nascere le sue creazioni green. Si chiama Frii, infatti, il suo progetto di moda che recupera la biancheria “usurata” delle lavanderie industriali, come appunto le lenzuola scartate dagli hotel e dai lussuosi residence, per realizzare nuovi capi d’abbigliamento, in primis camicie artigianali.

Studi e formazione

Francesca Riillo, fashion designer e ideatrice del progetto Frii – © friishirt.com

Dopo essersi diplomata al Polimoda di Firenze e laureata in Progettazione della moda presso la facoltà di Architettura, Francesca Riillo ha lavorato per diversi brand, più e meno importanti, passando dal prêt-à-porter alle sfilate di Milano.

All’inizio ho lavorato per una nota azienda di abbigliamento sportivo, poi ho provato il pronto moda. Diciamo che la curiosità è il mio motore principale. Uscire dalla comfort zone mi ha fatto capire meglio me stessa: cosa mi piace fare e cosa voglio fare”.

Eco-sostenibilità

Nel frattempo, Francesca inizia un percorso personale che la porta a studiare le opportunità di un’economia etica e circolare.

Stando dentro a questo sistema, ho potuto toccare con mano i problemi e le contraddizioni del settore moda. Adesso sono tematiche più comuni, ma fino a poco tempo fa, non si parlava spesso di fast fashion, sovrapproduzioni, operai sottopagati, inquinamento dovuto ai rifiuti tessili”.

Come nasce il progetto Frii

Progetto Frii: le vecchie lenzuola degli hotel si trasformano in camicie – © friishirt.com

Il cambiamento arriva dopo aver lasciato Firenze e dopo essersi trasferita in provincia di Grosseto. Qui ha modo di entrare per la prima volta in una grande lavanderia industriale.

Ho visto cumuli enormi di sacchi contenenti lenzuola rotte o danneggiate. Tutti materiali che i grandi alberghi avevano scartato perché non più conformi ai loro standard. Tessuti in cotone naturale di grande qualità, resistenti e morbidi. Un giorno ho avuto bisogno di fare una prova per una camicia e ho utilizzato questi scampoli per ultimare il prototipo. Il risultato è stato eccezionale”.

Una filiera green

Da quel momento passano due anni, tempo che Francesca impiega a studiare la produzione di queste camicie e organizzare la filiera. Riesce a reperire bottoni sostenibili fatti di semola, abolendo così l’elemento di plastica; le etichette interne, del logo e delle istruzioni di cura, sono in raso riciclato; dal tessuto avanzato ricava shopper per il packaging, mentre i ritagli vengono donati alle officine meccaniche che li usano come stracci.

“Quello che io vendo – conclude Francesca – più che un prodotto è un messaggio. Chi compra una mia camicia lo fa per esprimere un concetto, per promuovere la sostenibilità e per tutelare l’ambiente”.

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