La fotografia non è solo arte. La fotografia è documentazione, storia, memoria. Segna in uno scatto il passaggio delle epoche, il costume, il cambiamento. E lo fa sempre con lo sguardo di chi sta dietro la camera, scegliendo la prospettiva, il soggetto, l’inquadratura. La fotografia ci racconta chi siamo, da dove veniamo, cristallizza in un’immagine un momento, un’espressione, uno stato d’animo. Fissa la vita in uno scatto.
Lo sapeva bene anche Lapo Innocenti, lo scomparso fotografo fiorentino allievo di David Lee che nel 2015 – insieme a Giovanni Diana dette vita ad una imponente raccolta dal basso di immagini della “Vecchia Toscana” fondando un omonimo gruppo su Facebook che oggi conta quasi 11 mila membri iscritti di cui oltre 7 mila attivi, con un archivio digitale di oltre 60 mila immagini.
Proprio Innocenti – in una chiacchierata ormai risalente a qualche anno fa mi raccontò il senso del gruppo nato sui social. ‘Ho sempre pensato a Vecchia Toscana – mi disse – come ad un’associazione dove quello che conta è il senso dell’appartenenza, a prescindere dal luogo di nascita’.
Obiettivo centrato, sopratutto grazie all’infaticabile Giovanni Diana che – con un nutrito e selezionato team di amministratori – ha fatto crescere la comunità di appassionati che conta oggi non solo toscani e italiani ma anche tanti stranieri, sopratutto statunitensi, argentini, inglesi e francesi. Interesse fuori dai confini nazionali che testimonia l’attaccamento e l’amore per la Toscana, considerata da sempre sogno’ e ‘modello’.
‘Abbiamo una media di 1800 post mensili – spiega Diana – ed una media di 1500 interazioni al giorno tra post, commenti e reazioni’.
Post che spesso rappresentano anche ricordi personali delle famiglie: sono la storia con la ’s’ minuscola ma non per questo meno importante. Sono piuttosto immagini che diventano testimonianza viva dell’intera società in svariate epoche. Scatti della Toscana rurale che arrivano dalle campagne di un tempo o ancora quelli di una Firenze elegante, che si risvegliava giovane e bella a passeggio tra le strade del centro storico, negli anni Sessanta. La Toscana delle tradizioni, degli artigiani, delle architetture e delle strade che non ci sono più. Si chiama ‘memoria’ ed è il bene più prezioso che abbiamo. Giusto dunque condividerlo, contribuendo a generare quella cultura e quella conoscenza di cui spesso siamo poco nutriti.
Chi eravamo? Vecchia Toscana prova anche a divenire narrazione dell’altra ‘Storia’, quella della quale si tiene traccia sui libri, in uno storytelling fotografico che ricostruisce personaggi, presidenti, re e regine, intellettuali e artisti che da questa regione sono passati, lasciando il segno del loro passaggio anche in un’immagine. E racconta anche di storie produttive, di genio e creatività imprenditoriale. A partire dalla Vespa, simbolo italiano nel mondo con una carrellata di immagini in bianco e nero con Tyrone Power, Domenico Modugno o Lucia Bosè. O ancora ecco lo scatto dell’arrivo del re per l’inaugurazione della nuova stazione di Firenze negli anni Trenta. A questo si associano immagini di vita quotidiana, delle città che lavorano, dei mercati, dei negozi storici. Alcuni resistono ancor oggi, con le loro insegne color oro ed eleganti caratteri, altri hanno lasciato spazio – soprattuto nei centri storici – ai grandi marchi internazionali, soffocando l’identità locale. Eppure un gruppo come Vecchia Toscana può essere non solo mero ricordo malinconico del passato ma anche generatore di energia positiva per il futuro. Ogni grande artista ha fatto suo il passato e l’ha riproposto in chiave moderna, regalando nuova identità alla propria opera e donando rinnovati stili alle città. L’hanno fatto i pittori, gli scultori, gli architetti, gli intellettuali. Lo studio del passato è sempre stato base per costruire il futuro con visione e lungimiranza.
Oggi anche una foto può raccontarci tanto di chi eravamo, ricordarci chi siamo, cosa vogliamo essere oggi e diventare domani. E la Vecchia Toscana, su questo ha ancora molto da dire e da insegnare. E’ bellezza viva nel senso più ampio del termine. E’ un album digitale di ricordi che ha ancora tante pagine da scrivere, insieme.