In occasione del centenario della morte del compositore Giacomo Puccini chiude l’86esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino la Tosca, ambientata dal regista Massimo Popolizio nella Roma violenta ed elegante dei primi anni ’30 del ventesimo secolo.
La Tosca di Giacomo Puccini è fra i più celebri titoli operistici di sempre, al Maggio è andata in scena ben 16 volte.
La storia è basata sul dramma di La Tosca di Victorien Sardou, che il compositore ebbe modo di vedere a Milano nel 1889, interpretato dalla grande Sarah Bernhardt.
L’opera debuttò il 14 gennaio del 1900 al Teatro Costanzi di Roma entrando fin da subito nel repertorio dei maggiori teatri lirici del mondo.
La Tosca è in programma venerdì 24 maggio alle ore 20 nella Sala Grande del Teatro; altre quattro le recite previste: il 3, il 6 e l’8 giugno alle ore 20 e il 26 maggio alle ore 15:30.
La prima recita è completamente esaurita in ogni ordine di posto, la recita del 26 e del 6 giugno sono in via di rapido esaurimento. Maggiori disponibilità residue nelle recite del 3 e 8 giugno.
Il cast della Tosca
Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio il direttore Daniele Gatti.
Sul palcoscenico, al suo esordio sulle scene del Maggio, il soprano Vanessa Goikoetxea interpreta la protagonista della vicenda, la cantante Floria Tosca. Piero Pretti, fra i più apprezzati tenori della scena internazionale, torna al Maggio dopo il grande successo ottenuto con il Rigoletto dell’autunno 2021 e veste per la prima volta in carriera i panni dell’amato di Tosca, il pittore Mario Cavaradossi.
Alexey Markov, anche lui al suo debutto sul palcoscenico del Teatro, è invece il sadico barone Scarpia, spietato antagonista della storia pucciniana. Gabriele Sagona interpreta Cesare Angelotti; Matteo Torcaso veste i panni del Sagrestano; Oronzo D’Urso e Dario Giorgelé sono invece rispettivamente Spoletta e Sciarrone, gli sgherri di Scarpia.
Le scene sono di Margherita Palli, firma tra le più prestigiose degli ultimi decenni e che al Teatro alla Scala nel 1997 curò la scenografia della storica Tosca scaligera con la regia di Luca Ronconi.
Il Maestro Daniele Gatti che torna a prendere fra le mani la partitura di tosca dopo 22 anni ha dichiarato: “Avvicinarsi a uno spartito è come leggere un romanzo e avvicinarsi a Tosca è esattamente come leggere un libro che ha ispirato migliaia di film. Io cercherò di riportare in luce quegli aspetti dell’opera e delle sue sfumature musicali che sono ancora nella penombra. In un certo senso lo spartito va ‘interrogato’ e è necessario soffermarsi sulla scelta dei tempi: è infatti nel ritmo stesso che troviamo racchiusa la psicologia dei personaggi dell’opera. La chiave di lettura di Popolizio è assolutamente interessante e ci dà conferma che l’animo umano – a prescindere dall’epoca in cui si svolge e si pensa un’opera – non muta affatto.”
Ciò che abbiamo cercato di pensare e mettere in scena è una trasposizione temporale in una Roma bellissima e violenta
La regia è firmata da Massimo Popolizio, al suo debutto come regista sulle scene del Maggio che ha detto: “Insieme a Margherita Palli ci siamo posti come obiettivo quello di ricreare una maestosità romana che invece di guardare – soprattutto per quanto riguarda le scene che vedremo – allo splendore barocco dei luoghi originari dove si svolge l’opera prende come riferimento la ‘maestosità moderna’ che si respira nel quartiere del quartiere Eur di Roma. Come riferimento abbiamo preso un grande film di Bernardo Bertolucci, Il conformista, nel quale si respira in modo deciso l’aria della Roma, un’aria che noi cerchiamo di ‘portare in scena’ qui al Maggio con questo nuovo allestimento di Tosca. Nella nostra visione la Roma nella quale si muovono i protagonisti è certo elegante, ma anche estremamente violenta: uno dei pilastri di quest’opera infatti è Scarpia, che non solo è un uomo violento, ma anche profondamente sadico. Anche scenicamente questo è sottolineato dagli oggetti collezionati da quest’uomo, oggetti macabri e orrorifici: nel secondo atto vedremo ad esempio una libreria, dove sono conservati, sotto formaldeide, animali e bestie impagliate. Dunque ciò che abbiamo cercato di pensare e mettere in scena è una trasposizione temporale in una Roma bellissima e violenta che non muta però la sostanza del racconto e, soprattutto, non cambia quelli che sono i rapporti fra i protagonisti in scena.”