Da sabato 1 a lunedì 3 luglio torna la terza produzione ideata e realizzata nel Carcere di Gorgona dalla compagnia Teatro popolare d’arte che, in collaborazione con la Casa di reclusione di Gorgona e la Regione Toscana, conduce da quattro anni sull’isola il progetto “Il Teatro del Mare”, una trilogia ideata e diretta da Gianfranco Pedullà. Lo spettacolo sarà in replica anche il 2, 3 e 4 settembre.
“Una Tempesta” è frutto di un laboratorio teatrale e musicale che la compagnia Teatro popolare d’arte ha condotto da gennaio a giugno con i detenuti, in un’esperienza fondata sulla comunicazione sociale attraverso i linguaggi della scena.
Con la regia di Gianfranco Pedullà e la collaborazione musicale di Francesco Giorgi e attoriale di Chiara Migliorini, nei primi giorni di luglio la compagnia organizza tre rappresentazioni pubbliche dei risultati scenici del laboratorio, dedicato all’ultima grande opera di Shakespeare, ambientata su un’isola e, inevitabilmente, ultimo episodio della Trilogia Il Teatro del Mare.
Una vera e propria esperienza immersiva, in cui il pubblico è coinvolto, isolato dal resto del mondo, e calato in una singolare dimensione teatrale.
L’idea è quella di replicare l’esperienza di questi anni che dal 2020 ha visto crescere il progetto e invitare il pubblico a prendere il traghetto ‘Superba’ dal porto di Livorno e sbarcare nell’isola, per assistere allo spettacolo, seguito da un rinfresco e da un incontro con la Compagnia, per poi ripartire verso la terraferma.
Il primo epidsodio della Trilogia, Ulisse è stato premiato dall’Associazione Nazionale critici del teatro, dalla rivista Catarsi e da Teatri delle diversità, quale migliore spettacolo di teatro sociale nel 2020 in Italia.
Nel 2022 è stato realizzato il secondo episodio Metamorfosi, ispirato all’omonimo testo di Ovidio. Quest’anno il terzo episodio Una Tempesta esplora il rapporto fra uomo e natura (natura esterna ma anche natura interiore).
“Abbiamo realizzato uno spettacolo sui miti del Mediterraneo, in forma itinerante nell’isola che, così, ha assunto essa stessa una forma simbolica, divenendo un grande palcoscenico – dice il regista Gianfranco Pedullà – l’isola è il teatro nel quale si ricrea una vita nuova fondata sulla riconciliazione con il proprio passato. L’isola è lo spazio neutro dove la vita può rifiorire su basi nuove, il luogo dove la giovane Miranda si innamora del giovane Ferdinando e sposandolo crea futuro. La nostra isola è il luogo degli spiriti degli Arieli, il luogo dell’aria aperta, il luogo della ripartenza e di nuove libertà, il luogo della riappacificazione con se stessi e con gli altri. L’isola è il regno dei suoni e della musica, della parola riabilitata nella forma e nei contenuti. L’isola è tragica e comica, come tutti noi, che ci sforziamo di scomporre e ricomporre le tempeste che la vita ci obbliga ad attraversare. L’isola è un grande teatro”.
Prenotazioni: pubblico@tparte.it, www.teatropopolaredarte.it