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Una risposta a violenze e situazioni di fragilità: ad Arezzo al via il pronto soccorso di emergenza sociale

È il 118 dei bisogni sociali: dopo l’area del grossetano e del senese, parte la sperimentazione di sei mesi anche per il territorio aretino

Violenza

Un 118 per i bisogni sociali che servirà a gestire le situazioni di emergenza urgenza legate a violenze, abbandoni, malessere e, in generale, a situazioni di fragilità. Prende il via nella zona aretina la fase di sperimentazione operativa del Sistema Emergenza Urgenza Sociale – Seus regionale per la realizzazione di un livello essenziale che permetterà, una volta entrato a regime, di fronteggiare 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale. La sperimentazione durerà sei mesi.

Quando e come si attiva il servizio

Il nuovo pronto intervento sociale può essere attivato solo dagli operatori pubblici preposti. I casi previsti sono: esplosioni di alta conflittualità in nuclei familiari fragili; episodi di violenza e maltrattamento di donne o di persone anziane; manifestazioni di grave malessere in ragazzi e adolescenti; improvviso abbandono o stato di solitudine di persone non autosufficienti o gravemente disabili.

Il Seus garantisce un pronto intervento di sostegno immediato per stabilizzare la situazione o per evitare un suo peggioramento o un rischio per l’incolumità della persona coinvolta.

Come funziona il pronto intervento sociale

Il servizio viene attivato attraverso segnalazioni dei servizi sociali territoriali, amministrazioni comunali, forze dell’ordine e il pronto soccorso.
A seguito della segnalazione, la Centrale Operativa per le emergenze di servizio sociale effettua la valutazione professionale e fornisce una assistenza immediata per la fase emergenziale attraverso l’attivazione delle Unità territoriali composte prevalentemente da assistenti sociali.

L’intervento si conclude con l’affidamento della persona al servizio sociale territorialmente competente e agli altri servizi necessari, nel primo momento utile per garantire la continuità della presa in carico.

La sperimentazione di sei mesi

Dopo la sperimentazione  nella provincia senese e grossetana, il sistema entra anche nel territorio aretino in fase sperimentale. “Tutto il personale dei servizi sociali  – sottolinea Patrizia Castellucci, direttrice dei Servizio Sociali della Asl Toscana Sud Est – è impegnato da mesi in un percorso formativo e preparatorio per la riorganizzazione dei servizi sociali zonali andando a definire e strutturare un ambito professionale nuovo e innovativo. È una sfida culturale e professionale importante che consente la realizzazione di un livello essenziale”

“Il Seus avrà un ruolo importantissimo per attivare i servizi sociali sul territorio nelle situazioni di emergenza e rispondere in modo il più possibile capillare e appropriato”, aggiunge  Alfredo Notargiacomo, Direttore Zona Distretto Aretina. “Da gennaio 2025 avremo su tutto il territorio aretino un presidio costante e quotidiano rispetto ai bisogni sociali”, conclude Lucia Tanti, Presidente della Conferenza dei Sindaci della Zona Aretina e vice sindaco di Arezzo

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