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Una nuova vita per il Refettorio grande del Museo di San Marco a Firenze

Riapre al pubblico dal 1° ottobre 2024 il Refettorio grande del Museo di San Marco grazie a una generosa donazione di Michael W. Scherb, fondatore e amministratore delegato di Appian Capital Advisory

Dopo il riallestimento della sala del Beato Angelico nel 2020, del Quartiere di Savonarola nel 2021 e della sala del Cenacolo del Ghirlandaio nel 2022, riapre al pubblico dopo complessi lavori di ristrutturazione il Refettorio grande del Museo di San Marco a Firenze.

Lo spazio era inaccessibile al pubblico dall’ottobre 2023 a causa di un sollevamento del pavimento in cotto.

Il restauro è stato realizzato grazie a un’importante donazione di Michael W. Scherb, fondatore e amministratore delegato di Appian Capital Advisory. Si tratta di una collaborazione tra pubblico e privato, il cui obiettivo è la promozione del patrimonio culturale inteso come bene comune.

La Direzione regionale Musei nazionali Toscana ha realizzato i lavori necessari a ripristinare integralmente il pavimento sollevato, a recuperare la spazialità originale della sala e a definire un nuovo allestimento museale con una rinnovata disposizione delle opere d’arte, ora valorizzate da un moderno impianto di illuminazione.

I lavori hanno interessato anche l’affresco con la Provvidenza dei domenicani sormontata dalla Crocifissione, realizzato da Giovanni Antonio Sogliani nel 1536, che richiedeva un nuovo restauro, dopo quello realizzato da Dino Dini negli anni Settanta del Novecento.

Il Refettorio grande del Museo di San Marco

Il Refettorio grande era, all’origine, la sala usata quotidianamente dai frati del convento durante i pasti. Coperto da volte a crociera su costoloni, è tra le parti più antiche del complesso monumentale di San Marco.

Stando alle cronache quattrocentesche del convento, i domenicani avevano “ereditato” dai silvestrini un monastero completamente in rovina, di cui erano rimasti in piedi solo la chiesa e il refettorio grande.

Il progetto di ristrutturazione di Michelozzo, architetto di fiducia della famiglia Medici, aveva come punto fermo proprio il Refettorio grande, sul quale fece costruire il braccio est del dormitorio, destinato ai chierici, oggi su Via Giorgio La Pira.

Il suo ultimo allestimento risale agli anni della direzione di Giorgio Bonsanti che vi collocò i dipinti della Scuola di San Marco, cioè degli artisti che si erano formati sotto il magistero artistico di Fra Bartolomeo.

Successivamente, la stessa collezione fu ulteriormente riordinata da Magnolia Scudieri in occasione della mostra del 1996, “L’età di Savonarola. Fra Bartolomeo e la Scuola di San Marco”, a cura di Serena Padovani.

Nel 2022, sotto la direzione di Angelo Tartuferi, la Scuola di San Marco si è arricchita di tre lunette di Suor Plautilla Nelli che hanno trovato una nuova casa nella Sala del Lavabo.

Le opere nel Refettorio grande del Museo di San Marco

La parete di fondo del Refettorio grande è occupata interamente dall’affresco di Giovanni Antonio Sogliani, con la Provvidenza dei domenicani, nel registro inferiore, e Cristo in croce tra la Vergine e Giovanni Evangelista, in quello superiore; ai lati Sant’Antonino e Santa Caterina da Siena, santi fondamentali per l’Ordine domenicano.

Il soggetto è una rivisitazione dell’Ultima Cena, tema ricorrente nei cenacoli fiorentini fin dal Trecento, di cui a San Marco c’è uno splendido esemplare dipinto da Domenico Ghirlandaio nel Refettorio piccolo, risalente al 1480.

Nella sala si trovano altre opere del Sogliani, come una Madonna della Cintola; una Madonna, Sant’Agostino, Tobiolo e l’arcangelo Raffaele; Santa Brigida che impone la Regola e le tavole con San Francesco e Santa Elisabetta d’Ungheria.

Un’altra Madonna della Cintola, proveniente dal vicino Convento di Sant’Orsola, altro complesso monumentale legato al mecenatismo mediceo, è opera di Ridolfo del Ghirlandaio.

Altri dipinti cinquecenteschi appartengono alla Scuola di San Marco; tra questi le opere di Fra Paolino da Pistoia, come la Natività con sant’Agnese e un angelo, il Matrimonio mistico di Santa Caterina e Santi e una Pietà.

Della raccolta fa parte anche una delle opere più rappresentative e commoventi di Suor Plautilla Nelli, Il Compianto sul Cristo morto con Santi.

 

 

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