Se qualcuno lo avesse raccontato ad amici o parenti, probabilmente non gli avrebbero creduto. Ma i tempi, si sa, sono cambiati. Ognuno ha in tasca il suo smartphone. (Anzi, non proprio in tasca, ma in mano). E con quello strumento si fotografa e documenta tutto. Anche troppo. Capita però che il vizio si trasformi in opportunità, soprattutto quando ci s’imbatte in un fenomeno raro (o addirittura ritenuto impossibile, almeno fino a quel momento). E allora eccoli lì, tutti pronti a filmare e fotografare qualcosa che, a raccontarlo, nessuno c’avrebbe creduto.
Ed è proprio quello che hanno fatto i passeggeri di un traghetto della compagnia Grandi Navi Veloci durante la tratta compresa tra la Corsica e la Capraia. Sul ponte, attratti dallo spettacolo innaturale (ma realissimo), hanno documentato la presenza nel mar Tirreno di una balena megattera, una delle più grandi presenti in natura. Detta così ai più non sembrerebbe una gran cosa. Ma quella specie, come si legge anche su Wikipedia, vive “in quasi tutti i mari e gli oceani del mondo” e compie “lunghe migrazioni per spostarsi dalla zona in cui si cibano, nelle regioni polari, a quelle in cui si accoppiano e partoriscono, nelle acque subtropicali o tropicali”.
Quindi la domanda riporta sempre al punto di partenza: che ci fa un esemplare così straordinario nel mar Tirreno? Il fatto, riportato da La Nazione e poi ripreso da TgCom24, ha suscitato non poco scalpore. Perché non era mai accaduto prima che una balena oceanica si spingesse fino a questi mari. «La megattera solitaria è apparsa all’inizio di marzo nel golfo di Napoli, documentata anche dalle foto scattate da un gruppo di gommonauti increduli» si legge su La Nazione. «Verificate dagli esperti dell’istituto Thetys, hanno avuto conferma. Subito l’interrogativo: che ci fa una megattera nel Mediterraneo, quando il suo habitat naturale è l’oceano, in particolare il Pacifico? Mentre ancora ci si interrogava, con la diffusa opinione che fosse un esemplare immaturo perdutosi nell’imbuto di Gibilterra durante la migrazione stagionale, quindi destinato a morire di fame per la nota carenza di krill nelle nostre acque, ecco che è arrivato un secondo avvistamento».
Insomma, la balena dalle “grandi ali” (chiamata così per le grandi pinne pettorali che possono raggiungere una lunghezza pari a un terzo di quella del corpo), non solo è sopravvissuta ma sta continuando a solcare i nostri mari. «La nostra megattera dunque non se la starebbe cavando male, anche ad alimentazione» scrive il giornalista Antonio Fulvi. «Perché il krill, ovvero quella “zuppa” di micro-crostacei che rappresenta uno dei componenti più nutrienti della dieta delle balene misticete (cioè con i fanoni, invece che i denti come i delfini e i capodogli) ha una delle sue più alte concentrazioni del Mediterraneo proprio nel nostro arcipelago toscano».