Toscana, mon amour. My love, mi amor, meine liebe. Non importa quale sia la lingua con cui si pronuncia la ricerca della passione e dell’eccellenza. Perché qualsiasi suono abbiano le parole, il senso resta lo stesso: tutti vogliono (e amano) la Toscana. La amano i turisti italiani, quelli europei (non solo dell’area continentale) e perfino quelli che arrivano da oltreoceano. Ma la amano anche gli investitori e le imprese.
A dirlo sono soprattutto i numeri. La Toscana è una delle regioni italiane che più riesce ad attrarre investimenti dall’estero. Come emerge dalle rilevazioni di “Invest in Tuscany” su dati fdi Markets-Financial Times, nell’ultimo quinquennio la regione, dopo Lombardia e Lazio, è la terza per investimenti diretti esteri. Si sono realizzati 68 progetti di investimento nel 2016, 86 nel 2017 e 92 nel 2018 per oltre 2 miliardi di euro di spese in conto capitale. Negli ultimi tre anni sono stati inoltre sottoscritti circa 30 protocolli d’intesa tra Regione, amministrazioni locali e imprese volti a facilitare investimenti di natura produttiva sul territorio toscano.
L’efficacia delle azioni della Regione nell’attrarre investimenti è stata riconosciuta anche a livello nazionale, tant’è che la Toscana è stata la prima regione italiana a firmare un protocollo di collaborazione sul tema con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Istituto nazionale per il commercio estero. Un analogo protocollo è stato siglato con Confindustria nazionale e regionale.
Ora ecco che arriva un nuovo protocollo d’intesa per avviare un percorso di cooperazione e collaborazione tra la Regione e il Corpo Consolare di Firenze. Obiettivo? Promuovere l’immagine della Toscana nel mondo e sviluppare opportunità di partenariato sui temi della cooperazione internazionale, dell’internazionalizzazione d’impresa, dell’attrazione investimenti dall’estero e della promozione turistica.
Su questi temi la Regione assicurerà il proprio sostegno alle iniziative promosse dai singoli Consolati e dal Corpo Consolare per favorire una migliore conoscenza dei paesi esteri rappresentati in ambito regionale. La collaborazione servirà anche a diffondere la conoscenza dell’ufficio della Regione “Invest in Tuscany” specializzato proprio nell’assistenza alle multinazionali interessate a investire in Toscana. Da parte sua, il Corpo Consolare si impegnerà a promuovere l’immagine, la storia, la cultura e le potenzialità economiche della Toscana presso le amministrazioni e gli organismi che hanno sede nello Stato cui ciascun console appartiene.
«Il mondo è piccolo e globalizzato. Ogni ritorno a chiusure non auspicabili sarebbe antistorico anche perché nella nostra regione sono presenti una molteplicità di etnie, cresciute negli altimi anni» ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al momento della firma. «Siamo una Regione aperta al mondo, che ha forti relazioni economiche, con un export in crescita e con una grande capacità di attrarre investimenti. Per questo l’accordo, firmato con 51 consoli onorari di altrettanti paesi, è un atto importante destinato ad avere sviluppi positivi per tutti».
Un risultato che sembra in controtendenza. Infatti l’Italia è vista all’estero come un paese relativamente poco attrattivo (causa problemi come peso della burocrazia, tempi giustizia civile, carico fiscale, eccetera). Partendo dalla consapevolezza di tale debolezza, la Toscana è impegnata a proporre azioni positive. La prima, la più importante è farsi parte attiva nell’assecondare i processi di investimento, conducendo per mano gli investitori fino al buon esito del processo.
Non è un caso, quindi, che in Toscana siano presenti 714 società appartenenti a 509 gruppi a controllo estero (59% Ue, 17% America settentrionale, 9% Asia orientale). A livello settoriale il 29% appartiene al manifatturiero, il 20% al commercio all’ingrosso. In totale le società a controllo estero generano oltre 25 miliardi di euro di fatturato ed impiegano quasi 56.000 addetti. In termini di numerosità d’imprese, il primo Paese investitore è la Francia (120), seguita da Stati Uniti (115) e Germania (80). In termini di fatturato i primi sono gli Stati Uniti (oltre 9 mld euro), seguiti dalla Francia (quasi 6 mld) che invece guida la classifica degli addetti con oltre 13.000 (sia pure di poco sugli USA).