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Umberto Maria Giardini torna a Firenze: “La musica è arte, l’arte cura, la cura può salvare”

Venerdì 10 novembre in concerto al Circolo Arci Il Progresso uno dei più longevi musicisti italiani tra cantautorato d’autore e psichedelia elettro-folk di spiccata originalità

Umberto Maria Giardini

In attesa di “Mondo e antimondo” il nuovo album che uscirà il 1° dicembre, il pubblico fiorentino potrà godersi Umberto Maria Giardini venerdì 10 novembre in concerto al Circolo Arci Il Progresso. 

Noto al pubblico più ampio con lo pseudonimo di Moltheni (1999-2010) Umberto Maria Giardini è considerato uno dei padri fondatori del movimento alternativo della musica italiana degli anni 2000.

Oltre alle innumerevoli collaborazioni e a performance live di altissima qualità, UMG rappresenta uno dei più longevi musicisti italiani ancora in grado di emozionare il pubblico, coinvolgendolo in esperienze di ascolto tra cantautorato d’autore e psichedelia elettro-folk di spiccata originalità.

Il suo suono riconducibile per eleganza a Anna Calvi ma con chiari ed evidenti reminiscenze americane degli anni 90, è stato da sempre affiancato da una ricerca importante relativa ai testi e alle sue liriche, nonché al suo più marcato allontanamento dal music business odierno.

Ecco la nostra intervista

Ciao Umberto! Come stai? In passato hai spesso giocato con la tua identità. Qualche anno fa hai recuperato “Moltheni” per pubblicare un disco di inediti. A volte ho come l’impressione che tu sia in dialogo con il te stesso di vent’anni fa quasi in uno sdoppiamento di personalità. Oppure semplicemente sei una persona estremamente coerente e quindi (forse) non molto diversa dal te stesso giovane.

Sto molto bene, molto impegnato, molto sereno, grazie. Quello di Moltheni (nonostante l’uscita di “Senza eredità” nel 2020) è un capitolo concluso nel 2010; non so nemmeno io se sono ancora in dialogo con quello che ero, francamente confesso che mi interessa poco. Vivo di presente e resto perlopiù concentrato  sul materiale nuovo che regolarmente scrivo e approfondisco, rimanendo sempre molto coerente all’osservazione dell’orizzonte professionale.

Il mio pubblico è come me, empatico, attento, spesso esigente. Non credo di avere una ricetta particolarmente precisa su come agire per catturarlo, la musica è solo un mezzo per avvicinarsi e per riconoscersi

“Domus meus” è il titolo dell’Ep che contiene l’inedito “Le bilance della mente” e la reinterpretazione di “Graziaplena” e “Anni luce”. Com’è nata l’idea di questo Ep.

È nata semplicemente con la voglia di anticipare quello che sarebbe stato “Mondo e antimondo” il nuovo album che esce il 1 dicembre. Con i miei collaboratori abbiamo pensato che sarebbe stato bello tornare nello studio a Frisanco (PN) del mio esordio del 2012, quindi abbiamo fatto ripartire tutto da lì.

Domus Meus è anche un lungo bellissimo video diretto da Marco Falanga, in cui ci mostri un inedito ‘dietro le quinte’ in una bellissima casa di campagna. Mi sembra che la natura e il rapporto che hai con lei sia sempre stato molto importante per te.

Il rapporto che ho con la natura e con gli animali è stata sempre fortissima, una sorte di priorità della mia vita. È un legame importante e dal quale non riuscirò mai ad allontanarmi troppo. Lo spazio, il tempo e la natura, sono elementi che sento particolarmente vicini a me, e dai quali mi sento fortemente influenzato, non passa giorno in cui non li contemplo.

Sei un artista amatissimo dai tuoi fan, che per niente al mondo si perderebbero un tuo concerto. Da cosa nasce questo legame così forte? Forse tu parli a un pubblico specifico che si riconosce profondamente nella tua poesia?

Il mio pubblico è come me, empatico, attento, spesso esigente. Non credo di avere una ricetta particolarmente precisa su come agire per catturarlo, d’altra parte siamo diversi ma ci somigliamo un pò tutti in questo mondo, la musica è solo un mezzo per avvicinarsi e per riconoscersi.

Viviamo in un’epoca storica in cui l’instabilità e il caos regnano. Tra guerre, cambiamento climatico e il Covid appena passato la musica può essere un rifugio?

Non lo so. Tutto può aiutare nella vita e nelle traiettorie per attraversarla in maniera indolore. La musica è arte, l’arte cura, la cura può salvare.

Ti faccio una domanda aperta: come vedi il panorama musicale italiano? Ti ci riconosci? C’è qualcosa nel magma che secondo te vale la pena conservare?

Diversamente da quello che facevo anni addietro, da molto tempo non ascolto più musica italiana, ne mi affaccio per osservare il nostro panorama musicale, dubito fortemente che ce sia ancora uno. Tutto oramai è caos, tutto è gestito a cazzo, pertanto non so nè giudicare nè mi sento particolarmente attratto da ciò che accade là fuori. Quando tutto cambia (specie nel linguaggio e nel costume) i cambiamenti trascinano anche la società civile che spesso non reagisce poichè incapace di capire e di agire, ecco…io faccio parte di quella categoria. Sono incapace di capire e di conseguenza di agire.

Ingresso 10 €
Per accedere al concerto è necessaria la tessera Arci
INFO: assculturalelachute@gmail.com | 3398615225 – 3337662434

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