Gli Uffizi salutano l’arrivo del Gran Premio di Formula 1 per la prima volta in Toscana, all’Autodromo del Mugello, con una doppia iniziativa che celebra il più grande auriga dell’antichità, un pilota del passato insomma e una vera star sportiva del tempo.
La galleria fiorentina propone così un focus speciale su una delle opere più antiche della sua collezione, l’epigrafe romana risalente al secondo secolo d.C. che celebra appunto il famosissimo auriga Avilius Teres.
Il reperto antico resterà esposto in una posizione d’onore al secondo piano degli Uffizi, nello spazio tra la sala di Leonardo e quella di Raffaello e Michelangelo. Inoltre all’epigrafe sarà dedicato un video – in latino, ma con sottotitoli in italiano – che ne illustra i contenuti e racconta la storia del personaggio. Il video sarà pubblicato domattina, sabato 12 settembre, sul profilo Facebook degli Uffizi.
La passione per la velocità nella storia, dall’auriga alla Formula 1
“La passione per la velocità fa parte della natura umana, e la competizione sportiva è un fenomeno sociale antico, con manifestazioni identiche a quelle che vediamo anche oggi negli stadi e nei circuiti di corsa – sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – Stazio, nel libro sesto della sua Tebaide le descrive bene: ‘Il frastuono arriva alle stelle, il cielo trema, e tutti i sedili appaiono vuoti, essendo la folla scattata in piedi’. Così, con il loro antico auriga, gli Uffizi partecipano simbolicamente al Gran Premio della Toscana in Mugello, dove ebbe origine la dinastia dei Medici”.
Il reperto conservato agli Uffizi un tempo faceva parte di una grande iscrizione monumentale rinvenuta a Roma nell’area di Castel Sant’Angelo, non lontano da dove nell’antichità sorgeva il Circo di Caligola. L’epigrafe entrò nelle collezioni medicee alla fine del XVII secolo e, dai primi decenni del secolo successivo, fu sistemato nel Ricetto delle Iscrizioni, così detto poiché ospitava il nucleo principale della raccolta epigrafica granducale. Lo stesso spazio dove, simbolicamente, l’opera è esposta in questi giorni.
L’auriga Avilius Teres, un eroe dei suoi tempi
Avilius Teres era un auriga tra i più famosi dell’antichità, e considerato alla stregua di un vero e proprio eroe dai suoi contemporanei. Innumerevoli le sue vittorie nella corsa dei cavalli: Avilius Teres nella sua squadra riportò 1011 vittorie in un anno. Fu inoltre un grande innovatore nell’arte della quadriga, soprattutto per quanto riguarda l’aggiogamento dei cavalli e la guida.
Le gare si svolgevano nel circo, e le squadre cui appartenevano gli aurighi si chiamavano “factiones”. Potevano essere facilmente riconosciute grazie ai vari colori delle tuniche indossate dagli atleti: così gli spettatori distinguevano la squadra bianca, quella rossa, la verde o l’azzurra.
Ogni squadra aveva i suoi sostenitori: ad esempio, si tramanda che l’imperatore Nerone fosse tifoso dei verdi. Gli aurighi potevano anche cambiare squadra nel corso del tempo: lo stesso Avilius Teres passò da quella rossa a quella verde.
Nel testo dell’epigrafe custodita agli Uffizi sono stati infatti trascritti i nomi dei cavalli, con le loro origini e il numero delle vittorie che assicurarono ad Avilius. Questi animali provenivano dall’Africa, dalla Spagna, dalla Laconia e dalla Gallia, avevano nomi greci e latini, che alludevano variamente a doti di agilità e prontezza (“Volante”), a qualità fisiche (“Maculato” o “Ricciuto”), alla provenienza geografica (“Egizio” o “Betico”), a celebri personaggi, come Romolo o Dedalo, o a cavalli della mitologia come Pegaso.