L’isola d’Elba è una delle mete estive più amate della Toscana, visitata ogni anno da centinaia di turisti che desiderano prendere il sole sulle sue splendide coste. Ma anche in passato la bella isola toscana veniva scelta come ‘buen retiro’ da intellettuali e nobili.
Fu proprio qui che si rifugiò nel 1847 l’artista Giuseppe Bezzuoli timoroso dei disordini legati alle insurrezioni antiaustriache in quel momento in corso a Firenze.
Bezzuoli divenne così amico del medico Alessandro Foresi lo zio di quel Mario Foresi che donò a Portoferraio l’importante patrimonio artistico oggi conservato nella Pinacoteca Foresiana di Portoferraio.
Grande estimatore dell’artista toscano, del quale scrisse anche una biografia, Alessandro Foresi possedeva numerosi dipinti dell’amico, ancora oggi presenti parte della collezione elbana.
Bezzuoli divenne anche paziente di Foresi: soffriva infatti di molti acciacchi dovuti all’età e al vizio di fumare sigari. Secondo il racconto del medico, fu proprio questo a portarlo alla morte, oltre alla sua passione sfrenata per le donne, che continuò a coltivare anche da anziano, incurante dei limiti del suo fisico già minato da vari malanni.
A distanza di quasi 175 anni la Pinacoteca ospita fino al 2 novembre una selezione proveniente dalle Gallerie degli Uffizi del grande pittore romantico.
Il direttore Eike Schmidt ha dichiarato: “Dopo il successo della mostra dell’anno scorso su Napoleone all’Elba, che ha segnato la partenza del progetto Uffizi diffusi, questo secondo ‘capitolo’ ne è la continuazione anche storica. Si può dire che Bezzuoli, grandissimo artista dell’Ottocento romantico, sia stato appena riscoperto: e la sua figura costituisce inoltre una sorta di ponte tra Firenze, sua città d’origine, e l’Isola d’Elba, dove nel giugno del 1847 si recò in visita al suo amico Alessandro Foresi”.
La mostra
La mostra “Giuseppe Bezzuoli, pittore e amico di Alessandro Foresi: un sodalizio artistico e umano” porterà nella storia ex Caserma De Laugier varie opere tra cui “La Maddalena penitente”, che, dopo l’esposizione nei mesi scorsi a Palazzo Pitti, torna nella sua sede abituale a Portoferraio.
Ma anche anche i suoi lavori più iconici come Eva tentata dal serpente, il Ripudio di Agar, reinterpretazione del celebre personaggio biblico, il ritratto dell’amico e scultore Vincenzo Consani e l’Autoritratto, datato 1852, di un Bezzuoli ormai anziano.
Tra i tanti ritratti in mostra, anche quelli di Maria Guariello Foresi, madre di Alessandro, e della contessa Beclemicheff: una importante testimonianza, quest’ultima, della fama raggiunta da Bezzuoli anche presso la committenza straniera. Foresi ebbe modo di conoscere l’artista nel 1843, quando accompagnò la madre nello studio dell’illustre pittore per farle fare il ritratto.
Il sindaco di Portoferraio Angelo Zini: “Il 2022 è il secondo anno di collaborazione con gli Uffizi: per noi, per la città di Portoferraio e per l’intera Isola d’Elba questo è grande motivo di orgoglio e prestigio. La collaborazione con le Gallerie sta diventando un fatto stabile, e stiamo lavorando per un futuro di rapporti ancora più stabili, non solo con mostre temporanee, come questa su Giuseppe Bezzuoli, da ripetere tutti gli anni, ma dedicando magari una parte della Caserma de Laugier, che potremo attrezzare ad hoc, ad una presenza definitiva degli Uffizi”.
Eva tentata dal Serpente
Chi era Giuseppe Bezzuoli
Giuseppe Bezzuoli nasce a Firenze il 28 novembre 1784. Negli anni giovanili frequenta l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Jean-Baptiste Frédéric Desmarais e Pietro Benvenuti, e presto si aggiudica riconoscimenti importanti: nel 1801 riceve il premio nel concorso annuale per l’«Accademia di nudo disegnato», e nel 1812 il suo dipinto Aiace che difende il corpo di Patroclo risulta vincitore all’esposizione Triennale dell’Accademia.
Nel 1815 dipinge il suo capolavoro, Francesca da Rimini, oggi disperso, commissionatogli l’anno prima dal conte Saulo Alari di Milano.
I viaggi fra Milano, Bologna e il Veneto, negli anni seguenti, non solo estendono i suoi contatti ma arricchiscono ulteriormente la sua cultura figurativa, che si esprime ai massimi livelli in uno dei quadri più significativi e celebri della sua carriera: il Battesimo di Clodoveo,del 1821.
A quest’ultimo seguono altri lavori che vengono molto apprezzati sia da parte del pubblico che dal granduca Leopoldo II di Lorena, per il quale fra il 1827 e il 1829 esegue il grande dipinto storico con L’entrata di Carlo VIII.
A fronte di un successo via via crescente a Firenze e anche a Milano, la pittura di Bezzuoli conosce nei decenni successivi una grande fortuna anche a livello internazionale, testimoniata dal fatto che l’artista riceve commissioni da collezionisti di diverse aree in Europa e oltre (Inghilterra, Stati Uniti d’America, Lituania, Russia). Bezzuoli muore la sera del 14 settembre 1855.
Autoritratto di Giuseppe Bezzuoli