Sono 2500, in gran parte accolti da famiglie in Toscana, i profughi ucraini in fuga dalla guerra. Ad oggi la maggior parte ha trovato rifugio nelle province di Massa Carrara e Livorno. Nella serata di venerdì 11 è atteso l’arrivo di 21 minori tra i 3 e i 14 anni che saranno accolti in prima battuta dall’Istituto degli Innocenti per poi essere smistati tra strutture pubbliche e famiglie.
Per fornire informazioni e indirizzarli la Regione ha istituito due front office alla Mercafir di Firenze e al palazzetto dello sport a Livorno. Due le linee telefoniche dedicate. A fare il punto e ad annunciare provvedimenti e interventi messi in campo dalla Regione per l’accoglienza sul territorio il governatore Eugenio Giani che in questa fase ricopre anche il ruolo di commissario per l’emergenza.
Qui tutte le informazioni del vademecum su alloggi, tamponi e scuola per i profughi
Già 2500 i profughi in Toscana
“Ormai sono più di 2500 i profughi ucraini che sono in Toscana. Questa mattina (venerdì 11 ndr) abbiamo fatto questo calcolo perché incomincia ad attivarsi il censimento che facciamo grazie alle prefetture e poi noi raccogliamo i dati a livello regionale con il dipartimento della Protezione civile nella riunione che facciamo ogni mattina alle 9″ ha spiegato il commissario.
L’accoglienza in cas, alberghi e famiglie
Giani ha rimarcato ancora una volta la rete di solidarietà che si è dispiegata in Toscana per aiutare donne e bambini che stanno trovando in questi giorni un asilo in tante famiglie.
Giani ha sottolineato il ruolo che stanno svolgendo gli alberghi di prima accoglienza individuati dalla Regione. “Stanotte all’hotel Franchi a cui sono stati destinati persone che non avevano punti di riferimento hanno dormito in 26, e va considerato che altri poi sono stati mandati direttamente ai Cas dalle rispettive prefetture” ha spiegato.
Vaccinazioni e assistenza sanitaria
Sotto il profilo sanitario Giani ha riepilogato che “per i primi che sono arrivati si conferma il fatto che in Ucraina c’è il 32% di vaccinati, percentuale molto bassa, e che sono vaccinati con lo Sputnik che è il vaccino meno efficace. Sappiamo che loro sono poco vaccinati e con un vaccino poco adeguato quindi – ha concluso – è molto importante la vaccinazione quando arrivano in Italia“.
Le linee guida in un memorandum
In Toscana “abbiamo varato un memorandum, che abbiamo diffuso attraverso i nostri siti e che poi si troverà in tutti gli uffici di relazione con il pubblico, nei Comuni e nelle prefetture, per fornire le linee guida” per i profughi ucraini. Per chi arriva anche presso residenze private è necessario “entro 48 ore di registrarsi in questura“.
Due linee telefoniche per i profughi
Giani ha poi ricordato le due linee telefoniche dedicate. “Per avere informazioni ci sono due numeri – ha aggiunto -: quello dell’emergenza sanitaria, ovvero quello per avere informazioni sanitarie, vaccinazioni o tamponi, che è il numero verde 800556060, e poi il numero che viene calibrato provincia per provincia dalle prefetture, per avere invece le informazioni più generiche“.
I due front office a Firenze e Livorno
La Regione sta predisponendo “due punti di accoglienza grandi, che saranno per il centro della Toscana alla Mercafir, all’uscita dell’autostrada di Firenze, attivo dalle 8 alle 20 fin da domani. E quello a Livorno al Modigliani forum, per il quale ci vorrà qualche giorno per attivarlo, e per questo ringrazio la disponibilità del Comune di Livorno e del sindaco Salvetti“.
L’inserimento lavorativo dei profughi
Nell’ottica di una gestione coordinata degli interventi Giani ha affrontato anche il tema inserimento lavorativo dei profughi provenienti dall’Ucraina in Toscana. “Ci organizzeremo con Arti, l’agenzia regionale che raccoglie e organizza i centri dell’impiego – ha sottolineato Giani – Invito gli imprenditori se hanno disponibilità di posti di lavoro a fare riferimento ai nostri centri per l’impiego e saranno loro a disciplinare l’afflusso di profughi che possano anche lavorare”.
La scuola per i profughi minorenni
Infine, tra gli aspetti affrontati, anche l’inserimento scolastico. “Analogo discorso – ha concluso Giani – per la scuola: tramite i comuni di riferimento c’è la possibilità di portare i bambini a scuola. Ma ci sono famiglie ucraine a cui ho detto che c’è questa possibilità che mi hanno detto che i loro figli di 7-8 anni seguono la Dad che arriva dall’Ucraina“.