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Tuttomondo sotto la lente degli esperti: al via lo studio sul murale pisano di Keith Haring

La professoressa Modugno dell’Università di Pisa coordina il gruppo di ricercatori e restauratori che valuteranno lo stato di conservazione dell’opera, realizzata nel 1989 dall’artista newyorkese

Tuttomondo di Keith Haring a Pisa

Valutare lo stato di conservazione dell’opera per preservarla al meglio: è questo l’obiettivo delle analisi che gli esperti realizzeranno su “Tuttomondo”, il murale di Keith Haring a Pisa. Lunedì prossimo una task force, coordinata dalla professoressa Francesca Modugno del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, eseguirà l’intervento diagnostico sull’opera realizzata nel 1989 dall’artista newyorkese sul muro del Convento dei Frati Servi di Maria.

Il progetto per tutelare la street art

Sarà valutato anche lo stato del film protettivo, che venne applicato in superficie nell’ultimo intervento di restauro del 2015. Le analisi testeranno inoltre il grado di impermeabilità del murale e lo stato di conservazione. Il team eseguirà esami spettroscopici non invasivi e preleverà alcuni microcampioni superficiali per analisi di laboratorio mirate.

“Le indagini sono necessarie per monitorare la stabilità e lo stato dell’opera nel tempo e per contribuire a pianificare strategie efficaci e sostenibili di conservazione attiva e preventiva – spiega Francesca Modugno – i risultati saranno messi a disposizione del Comune di Pisa e della Soprintendenza, Tuttomondo è un’opera unica, storicizzata e tutelata, che merita cura e monitoraggio, al fine di evitare costosi interventi futuri”.

L’intervento su Tuttomondo si svolge nell’ambito del progetto PRIN2020 SuPerStAr dell’Università di Pisa, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che punta a sviluppare una serie di buone pratiche e linee guida per preservare le opere di street art nell’originario contesto urbano in cui si trovano.

Al lavoro sul murale insieme a Francesca Modugno e ci saranno Jacopo La Nasa, ricercatore del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, Stefano Legnaioli e Beatrice Campanella, ricercatori dell’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici di Pisa, il restauratore che ha eseguito l’intervento nel 2015 Antonio Rava e un gruppo di esperti dal Politecnico di Milano, oltre alle restauratrici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno.

Piergiorgio Castellani e Keith Haring

Keith Haring a Pisa per Tuttomondo grazie a uno studente

Keith Haring, uno dei più famosi artisti del Neo Pop, realizzò Tuttomondo nel giugno del 1989. Si tratta dell’ultima opera pubblica dell’artista statunitense prima della sua morte, nonché l’unica pensata per essere permanente.

Il soggiorno a Pisa di Haring si deve all’interesse dell’allora diciannovenne Piergiorgio Castellani, uno studente pisano capitato a New York per una vacanza in compagnia del padre. Piergiorgio, appassionato di Pop Art, s’imbatté fortunosamente in Keith Haring. I due fecero amicizia e il giovane studente convinse l’artista a recarsi in Italia per la realizzazione di un’opera che fosse per tutti.

La prima opzione che venne loro presentata per l’esecuzione del grande affresco fu la facciata di un edificio periferico della città di Firenze, opzione che i due rifiutarono in quanto, secondo loro, l’opera doveva collocarsi al centro della vita delle persone. Si accordarono quindi con il sindaco e la giunta comunale della città di Pisa. La parete individuata fu quella posteriore del Convento dei Frati Servi di Maria, dietro alla chiesa di Sant’Antonio Abate: 180 metri quadrati, 10 in lunghezza e 18 d’altezza. Dopo aver ricevuto un l’assenso del parroco della chiesa, Haring, con l’aiuto di Piergiorgio ed altri studenti pisani, cominciò i lavori che portano alla realizzazione di Tuttomondo.

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