Presenze nelle strutture ricettive +1,2% rispetto al 2022, con oltre 1,2 milioni di pernottamenti durante le festività. Stranieri in crescita e italiani in leggero calo. Previsioni positive per città e centri d’arte. Questi i trend principali messi in evidenza dalla consueta indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per Toscana Promozione Turistica, su un campione di 548 imprenditori della ricettività.
Nello studio anche una stima del consuntivo 2023 che si chiude con un +5,9% in confronto al 2022.
“Numeri che ancora una volta ribadiscono la grande forza attrattiva della Toscana – spiegano il presidente Eugenio Giani e l’assessore a economia e turismo Leonardo Marras -. Le stime del Centro Studi Turistici confermano un trend positivo anche per il periodo festivo e soprattutto un avvicinamento ai numeri pre pandemia del movimento complessivo 2023. E questo nonostante inflazione, incertezze della congiuntura economica e tensioni generate dai conflitti.
Giani e Marras sottolineano come “il lavoro di operatori e soggetti del settore, in collaborazione con l’agenzia regionale Toscana Promozione Turistica, stia andando nella direzione giusta. Senza trascurare il grande supporto del portale principale della destinazione Toscana, visittuscany.com, che si è recentemente rinnovato per assecondare le esigenze degli utenti. Un augurio di serene feste e buon lavoro a tutti gli operatori, amministratori degli enti locali e turisti”.
Secondo lo studio sono attesi circa 930 mila pernottamenti tra la fine dell’anno e l’Epifania: 762 mila le presenze italiane (-1,6%), oltre 505 mila i pernottamenti degli stranieri (+5,7%).
I risultati migliori sono attesi per le città e centri d’arte, +3,6%. Per le località di campagna e collina la stima indicherebbe una lieve crescita del +0,3%. Richieste di prenotazione in calo per le località della costa, del termale, della montagna e altro interesse. Il trend per le strutture alberghiere (+2,6%) è migliore rispetto a quello atteso per le imprese extra alberghiere (-1,3%).
Riguardo alle nazionalità, si conferma la prevalenza dei mercati tradizionali europei: le variazioni in crescita per francesi, svizzeri, britannici, olandesi, spagnoli, austriaci, belgi, polacchi, cechi e scandinavi. Tra i mercati extraeuropei: mercato statunitense, brasiliani, australiani, indiani e coreani. Segnalazioni di flessione per tedeschi, giapponesi e russi. Stabili canadesi e cinesi.
Nella stima del consuntivo 2023, l’incremento totale si attesta sul 5,9%. L’anno dovrebbe chiudersi con oltre 45,2 milioni di pernottamenti e circa 14 milioni di arrivi. Pernottamenti degli stranieri stimati in oltre 24,4 milioni, 20,8 milioni le presenze italiane.
Bene città d’arte (+11,4%) e località termali (+9,3%), seguite da campagna/collina e montagna (+7,7%). Flessione per balneare (-0,9%). I risultati migliori sono stimati per il settore alberghiero, +8,7%, grazie soprattutto alla forte spinta arrivata dai mercati stranieri. Più contenuto, ma comunque rilevante, l’aumento per le strutture extra alberghiere (+3,7%); anche in questo caso a trainare è stata la domanda estera, a differenza degli italiani che risulterebbero in flessione.
Infine un’occhiata alle aspettative per i primi mesi del 2024, che appaiono abbastanza differenziate per prodotto. Stabile per le strutture delle aree marine, della montagna e del termale, a differenze di quelle attive nelle località di campagna/collina, città d’arte e altro interesse per le quali prevalgono invece le aspettative di miglioramento del mercato.