La Toscana si sta affermando, anno dopo anno, come una delle mete imperdibili durante le festività grazie alle tante iniziative, legate alla tradizione natalizia, che per tutto il mese di dicembre animano le nostre città e i nostri borghi. E’ soprattutto qui, nelle frazioni, nei paesi, nelle località dove vivono comunità non molto numerose ma molto legate al territorio, che si possono scoprire storie di festa e spiritualità legate al periodo più magico dell’anno, dall’Amiata alla Garfagnana.
Il Natale in Toscana è infatti soprattutto tradizione . La tradizione che si respira nelle cucine delle nonne e delle mamme affaccendate con la preparazione di ricette classiche e intramontabili. Natale in Toscana è il panforte, sono i canti popolari, le creazioni degli artigiani. Natale, in alcuni borghi, è il presepe vivente nella notte della nascita del bambinello.
Abbiamo raccolto alcune delle più particolari o suggestive tradizioni del periodo delle feste in Toscana tra rievocazioni storiche e atmosfere fiabesche.
1.Presepe vivente di Casole d’Elsa
Per il venticinquesimo anno consecutivo torna “Praesepium” a Casole d’Elsa, comune italiano della provincia di Siena. Già premiato come migliore presepe vivente d’Italia, e riconosciuto dalla Regione Toscana tra le manifestazioni storiche d’eccellenza , quella che prende vita nei giorni delle feste in questo antico borgo è una grande manifestazione che coinvolge quasi trecento figuranti. Negli stretti vicoli e nelle piazze del borgo medievale sarà come camminare tra le scene di vita quotidiana di quel periodo storico. “Dall’arena dei gladiatori sarà possibile passare alle botteghe artigiane ricavate direttamente nelle cantine dove ammirare antichi mestieri quali la filatura e la colorazione della lana, fino ad arrivare alla piazza del mercato e alla capanna della Natività. Il tutto circondati da soldati, pastori, maniscalchi, lupanare e artisti interpretati da persone di ogni età che indossano abiti riprodotti con assoluta fedeltà alle stoffe e alle tecniche del passato. Il giorno dell’Epifania la scenografia verrà completata dall’arrivo dei Magi in sella a veri cammelli”, si legge nel comunicato che annuncia Praesepium 2024, organizzato e voluto dall’associazione CasolEventi composta da un gruppo di volontari accomunati dalla passione per il loro borgo e dalla volontà di promuoverne l’unicità.
2. Le fiaccole ad Abbadia San Salvatore
Ogni 24 dicembre Abbadia San Salvatore celebra la Vigilia di Natale con l’accensione delle “Fiaccole”: un antico rito per cui enormi cataste di legna a forma di piramide, alte fino a 7 metri, vengono incendiate a mezzanotte in ogni angolo del centro storico . Le Fiaccole di Abbadia sono una delle più antiche feste del fuoco italiane, una tradizione che negli anni non ha fatto altro che rinsaldarsi. La preparazione inizia già dall’autunno quando i fiaccolai iniziano a cercare la materia con cui fabbricare questi monumenti rurali che poi intrecceranno e levigheranno, tramite tecniche speciali che qui si tramandano di generazione in generazione, per le strade e nelle piazze del paese nei mesi che Natale.
Anche la cerimonia ha un suo rito preciso: alle 18 inizia l’accensione con la benedizione del fuoco, la banda suona canti natalizi e la fiaccola davanti al Municipio viene accesa con il fuoco sacro. Questo è il segnale: da qui i Capi Fiaccola, con le loro torce divampanti, portano il fuoco che accenderà le altre decine di fiaccole disseminate nel centro storico. Con il fuoco che illumina la città e accende il Natale ad Abbadia, tutta la comunità si ritrova per stare insieme, cantare, mangiare dolci tipici e bere cioccolate calde e vin brulé .
3.La gara del Panforte di Pienza
Un tavolo e un panforte, ovvero l dolce senese per eccellenza incartato rigorosamente a mano. A turno si lancia e chi arriva più vicino al bordo del tavolo prende il punto. Se il panforte esce dal tavolo il tiro è nullo. Vince la squadra che per prima arriva a 6 punti .
Sono le regole, poche e chiare, della gara del Panforte, una tradizione che a Pienza si svolge tra Santo Stefano e il 31 dicembre di ogni anno. Un appuntamento imperdibile per la comunità che abita questo piccolo borgo della Valdorcia che dista circa 54 chilometri da Siena. La gara del Panforte infatti non è un semplice gioco, ma una vera e propria tradizione storica che si ripete anno dopo anno e che coinvolge giovani e meno giovani, rinsaldando il loro legame con il territorio e con le tradizioni popolari ed enogastronomiche locali.
4. I 1000 presepi di Palazzuolo sul Senio
Palazzuolo sul Senio è un piccolo borgo medievale di frontiera, incastonato tra l’appennino Tosco Romagnolo in provincia di Firenze. Nel 2018 è entrato a far parte del club dei “Borghi più belli d’Italia” ma non sono solo il paesaggio e la natura a rendere incantevole questo borgo, l’atmosfera che qui si respira è di un luogo sospeso nel tempo che attende il Natale tutto l’anno quando la vivace comunità che abita il borgo si cimenta nella creazione di presepi dei più diversi, nella forma e nei materiali: di stoffa, di carta, fatti con i tappi di sughero, dipinti, ecc. Non c’è freno all’immaginazione e alla creatività . E camminando per le vie di Palazzuolo ci si imbatte in presepi adagiati sui balconi, dentro i tronchi di legno, a grandezza naturale, in miniatura. L’itinerario a caccia dei presepi è suggestivo e divertente e alla fine è anche possibile votare il presepe più bello, più originale, più simpatico.
5. I Natalecci in Garfagnana
A Minucciano, borgo confine tra la Garfagnana e la Lunigiana, la sera della vigilia si accendono i Natalecci: torri alte circa 20 metri costruite intrecciando rami di ginepro, ricavati dalla pulitura del bosco e sottobosco, ad un palo di castagno. Sono così alti perchè devono essere visti anche in lontananza, nei punti strategici del borgo e nelle frazioni limitrofe e da tutta la Valle dell’Acqua Bianca, la zona sotto il versante est del Pisanino, la vetta più elevata delle Alpi Apuane. Più che una tradizione del periodo di Narale, quello dell’accensione dei Natalecci a Minucciano è un vero e proprio rituale. Le strutture, infatti, vengono bruciate alle 18 in punto del 24 dicembre per celebrare la nascita del bambin Gesù ma anche come buon auspicio per l’anno nuovo. Ogni anno sono circa 140 le persone impegnate nella costruzione dei Natalecci, la fase preparatoria inizia già a novembre, in ogni rione vanno dai 10 ai 30 i volontari che si cimentano nella realizzazione delle torri: hanno imparato le tecniche dai padri, che a loro volta le avevano acquisite dai nonni, e dai nonni prima di loro. Un rituale che si ripete e che rafforza il legame tra i residenti e il loro borgo .