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Toscana che ispira: ecco i pittori che ne hanno immortalato la bellezza

Dal misterioso paesaggio della Gioconda, alla Siena labirintica di Lorenzetti fino ad arrivare ai romantici paesaggi dei Macchiaioli e alle vedute dei pittori in viaggio innamorati della Toscana

Gioconda

Vi proponiamo un viaggio indietro nel tempo in Toscana attraverso le opere dei pittori che l’hanno scelta come protagonista delle loro tele.

Andiamo alla riscoperta di opere più o meno famose che ritraggono paesaggi e vedute della nostra splendida regione dalle città d’arte alla costa.

1-Leonardo Da Vinci, Gioconda, 1503-1506

Non potevamo che cominciare da uno dei quadri più famosi del mondo oggi conservato al Museo del Louvre di Parigi. La Gioconda di Leonardo Da Vinci è un’opera densa di mistero sulla quale da anni critici e storici dell’arte si interrogano. In primo piano la protagonista Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo, ma la parte che a noi interessa è quello che si trova alle spalle della giovane. Sono moltissime le teorie su quale paesaggio sia raffigurato: c’è chi dice che siano le colline di Greve in Chianti, chi dice di riconoscere nel piccolo ponte a sinistra del quadro il ponte di Bobbio vicino a Picenza, altri il ponte a Buriano vicino ad Arezzo, chi infine il Ponte Romito a Laterina. Sta di fatto che il paesaggio della Gioconda è stato sicuramente ispirato dalle dolci colline toscane. Il sorriso della Monnalisa conserverà questo segreto per sempre.

2-Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del buon governo, 1338-1339

Com’era Siena nel Trecento? Il pittore Ambrogio Lorenzetti nella sua “Allegoria ed effetti del buon governo” ha realizzato quasi una “fotografia” della città. La scena che vediamo nel ciclo di affreschi conservato nel Palazzo Pubblico ritrae infatti Siena esattamente com’era nel 1338 dominata da una moltitudine di vie, piazze, palazzi, botteghe. Sono molti gli ornamenti, come le bifore sulle finestre, i tetti merlati, le mensole sagomate sotto i tetti, gli archi, le travi in legno, le piante e i fiori sulle terrazze, l’altana dipinta. In alto a sinistra spuntano anche il campanile e la cupola del Duomo, simboli della città del tempo.

3-Bernardo Bellotto, Veduta di piazza Signoria a Firenze, 1742

Non ancora diciannovenne il pittore Bernardo Bellotto nato a Venezia nel 1721 lasciò la bottega dell’illustre zio Antonio da Canal (il celebre Canaletto) per compiere un viaggio d’istruzione artistico. Nel 1740 raggiunse Firenze, dove realizzò raffinate vedute dei Lungarni e della città. Qui vi proponiamo la Veduta di Piazza della Signoria ancora non invasa dai turisti da ogni parte del mondo. Forse meno celebre dello zio ben più famoso, Bellotto è comunque un grandissimo vedutista che viaggiò in tutta la Toscana innamorandosene perdutamente e realizzando splendidi paesaggi.

4-Giovanni Fattori, La rotonda dei bagni Palmieri, 1866

La Rotonda dei bagni Palmieri è un dipinto a olio su tavola del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori, realizzato nel 1866 e conservato alla Galleria d’Arte Moderna presso palazzo Pitti, a Firenze. La scena è ambientata sul lungomare di Livorno, quel litorale tanto amato dai pittori macchiaioli. Qui, all’ombra di un tendone giallo ocra, sono collocate sette donne benestanti, probabilmente borghesi, che fanno i bagni d’aria al mare, così com’era consuetudine al tempo: per le signore infatti non era possibile mostrarsi in costume da bagno. L’abbigliamento lascia presumere che la scena si ambienti in primavera o autunno, e non in una calda giornata estiva. Tra loro probabilmente c’è anche Settimia Vannucci, la giovane moglie del pittore morta in seguito prematuramente a casa della tubercolosi.

5-La piazza di Settignano di Telemaco Signorini, 1881

La piazza di Settignano di Telemaco Signorini ritrae la piazza del piccolo borgo toscano nel quale nacque e dipinse il pittore macchiaiolo. Il piccolo centro rurale, costruito tra le colline toscane, fa dunque parte dei ricordi d’infanzia all’artista. Signorini rappresentò in questa veduta un brano di vita quotidiana del piccolo borgo di Settignano. C’è un’atmosfera assolata e calda che avvolge gli edifici. Un passante isolato procede, a sinistra, verso la trattoria mentre i cavalli a riposo si abbeverano alla fontana. Le insegne dipinte sulle facciate ci riportano alla lenta realtà del tempo. Il quadro è allo stesso tempo un documento storico visivo e un ricordo poetico del luogo.

6-Lorenzo Viani, Darsena vecchia, Viareggio, 1960

Lorenzo Viani ha realizzato moltissime vedute di Viareggio città in cui è nato nel 1882.  Anarchico, ribelle, sempre dalla parte dei poveri e dei ‘derelitti’ che rese protagonisti dei suoi quadri più potenti: Viani è stato uno degli artisti toscani più interessanti del ‘900 ed è considerato come uno dei massimi esponenti dell’espressionismo italiano. Cresciuto nel quartiere della Darsena (ritratta in questo quadro), sperimentò fin da giovanissimo la povertà e la miseria. Questa esperienza lo segnò per sempre al punto che lui in una lettera dichiarò: “Io ho sempre avuto un grande terrore della morte, intorno alle mie figure non aliterebbe sempre questa morte? Io credo di sì, credo che passino tutte le mie visioni d’arte attraverso questo andito umido del mio cervello e ne assumono il colore e l’intonazione”.

7-Renaioli sul Mugnone, Odoardo Borrani, 1880

Due renaioli si apprestano ad iniziare il quotidiano lavoro lungo le rive del Mugnone. Questa è la piccola storia raccontata dall’opera “Renaioli sul Mugnone” di Odoardo Borrani nel 1880. Borrani (tra i fondatori del movimento Macchiaiolo) amava molto dipingere in aperta campagna, detestava il rumore della città. Quasi tutte le sue opere sono incentrate su soggetti che hanno come tratto comune il “silenzio”: quello dei chiostri delle chiese, dei campi coltivati, delle rive dei fiumi, dei buoi con l’aratro, delle sale di un museo. Un tempo sospeso che porta anche l’osservatore alla meditazione. In questo quadro si racconta un mestiere antico che ormai non esiste più quello dei renaioli cioè quegli operai che, nella prima metà del ‘900, prelevavano sabbia o ghiaia da un fiume adoperando appositi barchini.

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