La Toscana è ancora in zona arancione e ci rimarrà almeno fino a domenica prossima, il 20 dicembre. Il presidente della Regione Eugenio Giani si oppone alla decisione presa ieri dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati della Cabina di Regia. Una decisione che ha sottolineato Giani in una diretta su Facebook è “ingiusta ed immotivata e non rende merito al lavoro fatto soprattutto dai toscani con i loro comportamenti, dalle istituzioni e dai dati che abbiamo: da lunedì ad oggi la media è sempre stata questa, circa 500 persone contagiate al giorno”.
La richiesta di Giani: rivedere prima i dati
Il presidente Giani quindi ha annunciato che farà un appello al ministro Speranza e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte “perché la cabina di regia si possa riunire nei primi giorni della settimana, lunedì o martedì“. “Questo potrebbe consentire il rientro in zona gialla” per la Toscana “anche nella metà della settimana prossima, senza aspettare la domenica. È l’atto formale che mi sento di fare perché sento nella mia amarezza anche la voglia di lottare rispetto ad una ingiustizia che io avverto”.
“La Toscana ha sicuramente uno dei livelli minori di contagio in questo momento – ha sottolineato Giani – e quindi si viene a creare una disparità di trattamento tra Regioni. Una delle regioni in zona gialla è arrivata ad avere negli ultimi giorni una media che si avvicina ai 4mila contagi giornalieri e noi che da una settimana siamo a 500 rimaniamo e in zona arancione” ha concluso Giani.
Oggi un confronto tra i tecnici della Toscana e l’Iss
Quella della Toscana “è una situazione che rispetto alle altre Regioni che ci circondano vede dei dati tutti superiori, dalla Liguria, all’Emilia Romagna, Umbria, Lazio – ha spiegato Giani – allora perché la Toscana è in zona arancione? Mi è stato risposto che il motivo è perché si è voluto essere rigidi sul principio formale che chi va in zona rossa deve starci tre settimane, e poi 14 giorni in zona arancione prima di tornare in zona gialla. Ma in realtà il modello che è stato messo in campo io lo vedevo funzionale non al rispetto formale delle tre settimane e della due settimane“, perché “se i dati migliorano e se le situazioni sono oggettivamente di buona qualità nel contenimento del contagio, perché dover aspettare questi periodi“. Giani ha poi evidenziato che il Dpcm del 3 dicembre “all’articolo 2 terzo comma consente di poter entrare anche prima dei 14 giorni nella zona di più elevato modello di mobilità, la zona gialla. E allora perché non usare questa opportunità“.
Giani inoltre ha reso noto che oggi si terrà un incontro con il direttore dell’Istituto superiore di sanità Brusaferro e i tecnici della Regione, affinché “questa cabina di regia ci motivi il perché, visto che i dati che leggo sui giornali, che diamo e riportiamo all’Istituto superiore di sanità, sono tutti dati che ormai da tre settimane sono di zona gialla“.
Nardella: il Ministero spieghi perché la Toscana è arancione
Chiede chiarezza sulla scelta di mantenere la Toscana arancione anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Quello che conta non è tanto la condivisione o non condivisione di queste fasce di colori, ma visto che si tratta di un meccanismo automatico la chiarezza, la trasparenza con cui vengono applicati questi criteri – ha dichiarato oggi Nardella – questa è la cosa più importante in modo che i cittadini siano tranquilli e sappiano perché si trovano in questa condizione. È l’incertezza che genera polemica, quindi se il ministero della Sanità ci spiega con chiarezza perché la Toscana è ancora arancione io sono il primo ad accettarlo e a impegnarmi con i miei cittadini per farlo rispettare”.
“In questo caso – ha aggiunto Nardella – dal punto di vista scientifico e tecnico non ho capito” perché siamo rimasti arancioni. “So che sono rimasti i 21 parametri, so che i 21 parametri sono stati condivisi dalle Regioni con il Ministero della Sanità, so che è necessario che per due settimane consecutive si mantengano queste linee, sarei interessato a capire bene anche io. Ed è l’appello – ha concluso – che torno a lanciare al ministro Speranza”.