La voglia di tornare a bordo di un aereo è tanta, il coro è unanime.
Tutti coloro che hanno risposto al nostro sondaggio “Quanto ti manca viaggiare?” hanno espresso il grande desiderio di riprendere a viaggiare il prima possibile con destinazione “normalità”. Perché di questo si parla, la possibilità di tornare a viaggiare è ciò che più si avvicina alla riconquista di quella normalità non più così scontata.
Il 2020 è stato l’anno delle privazioni, l’anno in cui siamo tornati a parlare di “confini”, l’anno in cui “le mete per le vacanze” sono uscite dai trend di ricerca su Google. Gli italiani sono passati dal chiedersi come fare la valigia e il passaporto (rispettivamente al terzo e al quinto posto tra gli argomenti di tendenza su Google nel 2019) ad interrogarsi sul pane fatto in casa, sul lievito di birra e sulla pizza .
Abbiamo lasciato le guide di viaggi a prendere polvere in libreria, dentro c’è il canto delle sirene per i tanti Ulisse scalpitanti di tornare ad avere a che fare con check-in, valige, ritardi, metal detector per poi godersi quel momento in cui la poltrona trema, l’aereo si inclina, la testa si svuota in attesa che la leggerezza delle nuvole la pervada.
I viaggi sono stati i grandi assenti nell’ultimo anno della nostra vita, almeno da quando sono subentrate le restrizioni per l’emergenza sanitaria. Non per tutti a dire il vero, qualcuno non ha comunque rinunciato ad abbeverare la propria sete di scoperta: il 40% degli intervistati che hanno risposto al nostro sondaggio ha dichiarato di aver fatto almeno un viaggio per turismo nei mesi successivi all’emergenza da Covid. Non tutti però sono pronti a ripartire. La percentuale di coloro che hanno viaggi di piacere in programma nel 2021 è molto bassa, addirittura inferiore a quella di chi ha viaggiato nel 2020 per turismo.
E questo è un dato da non sottovalutare. Che la paura e il timore per la situazione in continua evoluzione abbia piegato anche gli animi più intrepidi?
Il desiderio c’è, ma manca la tranquillità per tornare a volare.
La maggior parte dei nostri intervistati non si sentirebbe sicuro a viaggiare in questo momento, in parte a causa delle incertezze sulle modalità della ripartenza del traffico aereo. Accanto ad una diffusa serenità circa le misure adottate, di indicazioni condivise e mondiali e le molte incognite sul piano vaccinazioni, oltre alla restrizioni introdotte dai singoli Stati, sembrano alimentare la reticenza a prenotare un volo per la prossima estate
Dalle risposte alla nostra indagine emerge chiaramente: anche coloro che hanno dichiarato che non si sentirebbero tranquilli a prendere un aeree cambierebbero idea tuttavia se ci fosse il via libera da parte delle autorità sanitarie come l’Istituto Superiore di Sanità o se sperimentazione come i voli Covid free o i passaporti sanitari diventassero standard validi in tutti i Continenti soprattutto se ciò comportasse di evitarsi la quarantena obbligatoria all’arrivo.
Il 50% dei nostri intervistati è favorevole a rendere obbligatori i test antigenici rapidi o i test molecolari all’imbarco e all’atterraggio
A tal proposito è pienamente d’accordo a rendere obbligatori test antigenici rapidi o molecolari all’imbarco e all’atterraggio per evitare la quarantena a destinazione il 50% dei nostri intervistati, il 40% è abbastanza d’accordo.
Sul passaporto sanitario le opinioni sono più eterogenee: per qualcuno sarebbero fondamentali a patto che siano introdotte garanzie sulla sicurezza digitale, per altri non sarebbero comunque una sicurezza per la salute, altri invece sono scettici sull’obbligatorietà del vaccino. In generale però l’opinione dominante è che la ripartenza del settore aereo sia legata a doppio filo con le decisioni che saranno prese, a piani più alti, sui voli Covid free (la cui sperimentazione è in scadenza a giorni) e sui passaporti sanitari.
Strada, tra l’altro, che auspicano le stesse compagnie per risollevarsi da un anno nero, un anno con tanti zeri in meno in termini di entrate e di passeggeri.
Toscana Aeroporti, ad esempio, per quanto riguarda gli scali di Pisa e Firenze ha registrato un calo del 76%dei viaggiatori rispetto al 2019 (1.984.552 per l’esattezza nel 2020) a causa ovviamente agli effetti della crisi sanitaria. Dopo un primo bimestre positivo, da marzo a maggio il traffico si è quasi azzerato e le aperture estive sono state poca cosa, non sufficienti per parlare di ripresa.
Nel 2020 Toscana Aeroporti ha segnato un calo del 76% di passeggeri rispetto all’anno precedente
Nello specifico, nel 2020 il traffico dell’aeroporto di Pisa ha raggiunto 1,31 milioni di passeggeri (-75,6% rispetto al 2019), più drastica la riduzione che ha interessato lo scalo di Firenze, scalo a vocazione più internazionale, che nel 2020 ha accolto 669mila persone: – 76,7% rispetto al 2019.