Dopo quasi un anno di chiusura necessaria per la realizzazione di un allestimento completamente rinnovato, tornano ad essere visibili al pubblico la sala delle maioliche e la sala islamica del Museo Nazionale del Bargello a Firenze.
Il progetto è stato curato dallo studio di architettura Guicciardini & Magni, e ha visto un ripensamento del percorso espositivo, migliorando anche le modalità di conservazione e valorizzazione delle opere grazie all’ausilio di speciali vetrine dotate di cristalli antiriflesso e controllo del microclima.
I lavori nelle due sale sono stati finanziati grazie al Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” del Ministero della Cultura per un totale di 2.200.000 euro.
“Sono lieto di presentare questo importante progetto di nuovo ordinamento di due straordinari nuclei collezionistici del Museo Nazionale del Bargello – ha dichiarato il Direttore Generale Massimo Osanna – e che esemplifica l’impegno del Ministero della Cultura nel finanziare nuovi allestimenti che migliorino la presentazione e tutela di opere meravigliose. Grazie al lavoro di professionisti, maestranze, artigiani, restauratori, all’impegno dei curatori dell’allestimento e di tutto lo staff dei Musei del Bargello, le collezioni di arte islamica e di ceramiche sono nuovamente valorizzate in una disposizione elegante e funzionale. Sin dalla sua apertura al pubblico nel 1865, il Bargello, primo museo dell’Italia unita, ha curato particolarmente l’esposizione delle arti decorative, portando ad una tradizione di importanti donazioni che prosegue ancora oggi. Se il Ministero della Cultura, con i Grandi Progetti per i Beni Culturali, ha finanziato la progettazione e la realizzazione delle vetrine nelle due sale, è grazie ai maggiori introiti derivanti dall’autonomia dei musei che si è appena avviato il restauro e nuova sistemazione del Salone di Donatello che si concluderà il prossimo autunno. L’aggiornamento degli allestimenti museali e la maggiore accessibilità delle collezioni sono prioritari per la Direzione Generale Musei e vedono un impegno crescente nei luoghi di cultura statali”.
In concomitanza con l’apertura al pubblico delle due sale viene aperta al pubblico la sala mostre al piano terra all’interno della quale è stata collocata una selezione delle 13 opere più rappresentative del Salone di Donatello.
Si tratta di un percorso a cura di Ilaria Ciseri, responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello, concentrato sulla produzione dello scultore e di alcuni suoi contemporanei, che consentirà ai visitatori di fruire dei grandi capolavori della scultura rinascimentale durante il periodo di chiusura al pubblico del celebre Salone monumentale per lavori di restauro e riallestimento.
I capolavori del Salone di Donatello trasferiti temporaneamente in sala mostre ©NicolaNeri
La sala delle maioliche: oltre 400 pezzi di arte decorativa
Gli esemplari esposti nella sala delle maioliche, il cui curatore scientifico è Marino Marini, sono oltre 400.
La collezione nasce nel 1865, anno di apertura al pubblico del Bargello, il primo museo nazionale italiano dedicato alle arti decorative e alla scultura del Medioevo e del Rinascimento. Iniziarono così le donazioni da parte di privati cittadini, antiquari e collezionisti che continuano anche ai giorni nostri.
Nelle vetrine collocate al centro della sala sono riunite le maioliche della grandiosa raccolta dei Medici che contava più di 6000 pezzi fra ceramiche, maioliche e porcellane, prima di venir decimata dalle ingenti dispersioni avvenute fra la seconda metà del XVIII e la prima del XIX secolo.
Fra tutte risaltano le maioliche realizzate dai vasai di Urbino con figurazioni tratte dalla mitologia, dalla storia greca e romana, dalle sacre scritture e dai testi a stampa (Metamorfosi di Ovidio, De bello Gallico di Giulio Cesare, Bibbia) e i bacili e i rinfrescatoi istoriati con le gesta di Cesare, creati dalle manifatture urbinati dei Fontana e dei Patanazzi.
Fra le opere più rilevanti si segnalano un medaglione con il profilo di Francesco I de’ Medici e un bacile con figura di San Giovanni realizzati in “porcellana medicea”.
“L’importante raccolta ceramica del Bargello – spiega Marino Marini, curatore della Sala delle Maioliche – una delle più notevoli fra quelle conservate in Italia, ha finalmente ottenuto una degna visibilità nella nuova sala delle maioliche. L’attuale allestimento, ispirato a criteri espositivi aggiornati e voluto dall’ex-direttrice Paola D’Agostino, adesso permette di ammirare appieno le oltre 400 opere ceramiche esposte nella sala, una selezione dei circa mille esemplari conservati nel museo. In particolare, i grandi piatti istoriati già di proprietà dei Medici, giunti al Bargello nel 1865, sono adesso inseriti in vetrine al centro della sala e collocati su pannelli trasparenti che ne rendono visibili sia il fronte che il verso. A completare la valorizzazione della raccolta è giunto anche il nuovo catalogo delle maioliche e delle ceramiche, pubblicato in doppia edizione italiana e inglese da Allemandi e finanziato dai Friends of the Bargello, dove sono illustrate e descritte tutte le opere facenti parte della collezione ceramica del Bargello”.
La sala islamica: metalli, avori, ceramiche, tessuti e tappeti
Nella rinnovata sala islamica, curata da due tra i massimi specialisti a livello internazionale Giovanni Curatola e Marco Spallanzani, si trova una preziosissima selezione di metalli, avori, ceramiche oltre a raffinati tessuti e tappeti, per un totale di quasi 100 opere esposte, una collezione tra le più pregiate d’arte islamica in Italia.
Già nel XV secolo Piero dei Medici e Lorenzo il Magnifico collezionarono notevoli manufatti provenienti da Oriente, grazie anche ai rapporti commerciali e politici che Firenze aveva nel Rinascimento con le potenze musulmane d’oltremare in Egitto e in Turchia.
La collezione del Bargello fu poi notevolmente arricchita, grazie all’antiquario lionese Louis Carrand (1827-1888) che decise di lasciare al museo la sua grande raccolta di arti decorative di età medioevale e moderna. Anche il barone Giulio Franchetti (1840-1909) donò al museo nel 1906 una propria collezione: in questo caso si trattava esclusivamente di tessuti antichi, orientali ed europei.
A questa raccolta straordinaria vanno ad aggiungersi i due preziosi antichi tappeti egiziani che lo Stato Italiano ha acquistato nel 2022, esercitando il diritto di prelazione, andando ad arricchire la collezione del Bargello.
“La sala islamica del Bargello, che non espone tutti i materiali afferenti a tale civiltà, è stata costituita più di quaranta anni fa, ed è per qualità delle opere la più importante in Italia – spiega il curatore Giovanni Curatola -. Il nuovo allestimento, nel solco di una tradizione ormai consolidata, garantisce una maggiore visibilità degli oggetti. Si sono riviste e in molti casi confermate le attribuzioni e valorizzate le acquisizioni recenti come i due rari tappeti mamelucchi gemelli (XVI secolo), acquistati dallo Stato e destinati a questo grande museo. I materiali sono stati raggruppati per provenienza storica (come, per esempio, quelli di ascendenza medicea e granducale) e anche per tipologia in modo da fornire al visitatore un quadro quanto più possibile omogeneo. Per la sezione tessile, preziosa, assai ricca e ingombrante, sono state previste periodiche rotazioni dei reperti”.