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Torna a risplendere dopo tre anni di restauri lo straordinario Fonte battesimale del Duomo di Siena

Finalmente si può tornare ad ammirare lo straordinario impianto scultoreo realizzato da Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti e Giovanni di Turino

Dal 25 giugno 2024 torna finalmente visibile dopo tre anni di restauri e interventi conservativi il Fonte Battesimale del Duomo di Siena.

Grazie al lavoro congiunto dell’Opera della Metropolitana di Siena e dell’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, sarà possibile tornare ad ammirare lo straordinario impianto scultoreo realizzato da Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti e Giovanni di Turino.

Il restauro è frutto di una serie di interventi, di altissimo e innovativo livello tecnico, condotti dal personale dell’Opera e da quello, altamente specializzato, dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, guidato dapprima dal compianto Marco Ciatti e, successivamente da Emanuela Daffra.

“Per un cristiano si nasce a nuova vita con il battesimo – sottolinea il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino – e il Fonte battesimale del duomo di Siena ha visto ‘nascere a nuova vita’ tante generazioni di senesi famosi e meno famosi, tanta gente comune, legati tutti in maniera indissolubile a questa città unica. Alla forte connotazione spirituale e religiosa oggi si aggiunge la suggestione per la restituzione al mondo di un capolavoro assoluto del Rinascimento italiano”.

Equipe di lavoro durante l’ultimazione del restauro del Convito di Erode di Donatello

Il restauro del Fonte battesimale del Duomo di Siena

L’intervento di restauro è frutto di una sinergia tra la Fabbriceria, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, a cui è stata affidata la direzione del restauro, coordinato dagli storici dell’arte Laura Speranza e Riccardo Gennaioli, rispettivamente direttori dei settori Restauro Bronzi e Materiali Lapidei dell’OPD.

Il restauro lapideo è stato svolto dal restauratore Andrea Galgani e dalle collaboratrici Serena Bianchi e Lucrezia Coletta che, quotidianamente, insieme alla restauratrice esterna Irene Giovacchini, hanno eseguito interventi di consolidamento e pulitura seguendo le indicazioni e le scelte metodologiche elaborate dalla direzione tecnica e scientifica.

Nei laboratori dell’OPD a Firenze hanno operato sulle parti metalliche, con la direzione tecnica di Stefania Agnoletti, i restauratori interni Maria Baruffetti, Annalena Brini, Elisa Pucci del settore Bronzi diretto da Laura Speranza. Sono stati coinvolti anche restauratori esterni (Antonio Mignemi, Stefano Casu, Elena della Schiava e Merj Nesi).

L’area tecnica dell’Opera del Duomo diretta dall’architetto Enrico De Benedetti ha, inoltre, progettato e curato il nuovo allestimento del Battistero volto a migliorarne l’accoglienza e la fruizione.

“Confrontarsi con un’opera tanto complessa e significativa per la storia dell’arte è sempre arduo – ha dichiarato Emanuela Daffra, Soprintendente dell’OPD In questo caso le difficoltà erano, sono, accresciute da altri fattori: da una parte il valore d’uso del Fonte, nato come ‘strumento’ per la somministrazione di un sacramento, che questa funzione mantiene tutt’ora. Dall’altra condizioni ambientali non ideali per la conservazione, in particolare dei bronzi. Lo staff di OPD ha raccolto la sfida di mantenere per ora al monumento tanto la completezza quanto la destinazione originaria, ma proprio da ciò nasce il programma di ispezioni semestrali e l’invito al monitoraggio e al controllo scrupoloso dei parametri ambientali. Solo l’attenzione costante permetterà di cogliere tempestivamente segni di degrado e di individuare subito le provvidenze più adatte”.

Per verificare la condizione della struttura architettonica e i parametri ambientali sono state intraprese due diverse campagne di indagine in situ: misurazioni ultrasoniche hanno verificato la presenza di ancoraggi metallici interni al Fonte e indagini geofisiche sul pavimento hanno indagato la presenza di vuoti o fronti di umidità nel sottofondo archeologico.

Sono stati successivamente smontati gli elementi bronzei per valutare lo stato di conservazione delle superfici non a vista e intervenire su zone che altrimenti non sarebbero state accessibili.

L’attento studio della formella di Donatello con il “Banchetto di Erode” ha permesso di individuare la presenza, in passato, di tiranti applicati fra gli archi sovrastanti la scena che dovevano amplificare l’effetto prospettico e realistico dell’architettura raffigurata che propone ben tre diversi spazi in successione.

Gli elementi lapidei sono stati restaurati in loco nel cantiere allestito all’interno del Battistero. Se lo smontaggio non è stato semplice anche il rimontaggio non si è rivelato da meno, poiché ha comportato lo studio e la realizzazione di nuovi elementi e giunti di fissaggio realizzati ad hoc in modo da riadeguare le posizioni degli elementi architettonici lapidei non corrette.

Un lavoro complesso e lungo che ha fatto capire agli studiosi che in futuro saranno necessari un monitoraggio ambientale e l’adozione di sistemi di controllo dell’umidità volti a garantire la miglior conservazione di questo capolavoro.

La fase di pulitura con solventi della parte marmorea

Il Fonte Battesimale del Duomo di Siena: capolavoro del Rinascimento

Il Fonte battesimale, collocato al centro del Battistero, è uno tra i maggiori capolavori conservati all’interno del complesso monumentale del Duomo di Siena.

Questa straordinaria opera in marmo, bronzo e rame smaltato è stata realizzata tra il 1417 e il 1431 dai più importanti scultori del primo Rinascimento.

Il Fonte è costituito da una vasca esagonale in cui si inseriscono i sei specchi in bronzo dorato raffiguranti la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello.

Fra gli episodi più rappresentativi c’è il Battesimo di Gesù di Lorenzo Ghiberti del 1427, il ciclo si conclude con il celebre Banchetto di Erode di Donatello, la scena più toccante per la drammaticità del soggetto e la qualità.

Per costruire il Fonte sono stati usati marmi diversi, arricchiti da dettagli policromi blu e oro, e bronzi dorati. La struttura architettonica è interamente realizzata in marmo bianco di due differenti qualità: per il registro inferiore una varietà venata proveniente dalla Montagnola senese, per il tabernacolo e la figura del Battista una seconda più omogenea proveniente dal comprensorio apuano.

È possibile visitare il Battistero tutti i giorni dalle ore 10 alle 19. Info e prenotazioni: booking@operalaboratori.com – +39 0577 286300.

Con la visita al Battistero è compreso l’ingresso alla Cattedrale, alla Libreria Piccolomini, al Museo dell’Opera, al Panorama dal Facciatone e alla Cripta

Fonte battesimale dopo il restauro foto di Bruno Bruchi 
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