Ancora un primato a livello internazionale per la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che è prima in Italia e 13esima al mondo nel Times Higher Education Young University Rankings, la classifica mondiale delle migliori giovani università, ovvero fondate da meno di 50 anni, appena diffusa da Times Higher Education.
La Sant’Anna guadagna 6 posizioni
La Sant’Anna ha guadagnato sei posizioni rispetto all’analogo ranking del 2023, salendo dal 19esimo al 13esimo posto al mondo per il 2024 e confermando la prima posizione in Italia, paese per il quale sono presenti nel ranking 19 atenei, e guadagnando anche tre posizioni in Europa, dove è settima.
“Sono molto contenta del risultato della Scuola Superiore Sant’Anna – commenta la rettrice Sabina Nuti – in netto miglioramento rispetto all’anno passato, in un contesto competitivo internazionale sempre più impegnativo e sfidante. Un grande grazie a tutta la nostra comunità per il grande lavoro fatto da tutte le componenti, per una ricerca d’avanguardia e per una formazione di eccellenza nelle Scienze Sociali e nelle Scienze Sperimentali”.
673 gli atenei in classifica
La Scuola Superiore Sant’Anna, fondata nel 1987, ha quindi migliorato il proprio posizionamento complessivo di fronte a uno scenario mondiale che ha visto salire la competitività. Come sottolineano gli analisti di Times Higher Education infatti per il ranking delle “giovani università” nel 2023 sono state valutate 605 università, mentre per il 2024 sono salite a 673, provenienti da 79 Paesi. A livello globale, il ranking 2024 continua a certificare il successo degli atenei di Hong Kong – e più in generale dell’Asia – che occupano cinque posizioni tra le prime dieci.
Quanto agli indicatori, gli analisti di Times Higher Education hanno seguito gli stessi utilizzati per il ranking generale, assegnando un peso inferiore alla soltanto notorietà e alla reputazione. La scelta è stata giustificata dalla “giovane età” degli atenei valutati. In relazione a formazione, ricerca, apertura internazionale, trasferimento tecnologico e impatto sulla società, Times Higher Education ha mantenuto gli “stessi rigorosi parametri” della classifica generale.