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Alla Biblioteca Nazionale di Firenze scoperti tre testi inediti di Machiavelli

I testi sono contenuti nel volume di Daniele Conti pubblicato dalla Scuola Normale di Pisa e risalgono al periodo in cui l’autore de “Il Principe” era segretario della Repubblica Fiorentina

Niccolò Machiavelli

Tre testi inediti attribuibili a Machiavelli sono stati scoperti alla Biblioteca Nazionale di Firenze e ora si potranno leggere nel volume “I Quadernucci di Niccolò Machiavelli. Frammenti storici
Palatini” che esce domani in libreria. Il libro, con introduzione, edizione critica e commento di Daniele Conti, è pubblicato nella collana Incipit dalle Edizioni della Normale, collaborazione con l’Istituto nazionale di studi sul Rinascimento.

Quando Machiavelli era segratorio della Repubblica fiorentina

I testi inediti attribuibili a Machiavelli sono risalenti al periodo a cavallo tra Quattro e Cinquecento (1497-1515), quando  il futuro autore del Principe era segretario (fino al 1512) della seconda Cancelleria della Repubblica fiorentina.

Il corpus di scritti scoperti (o, in un caso, riscoperti), spiegano dalla Scuola Normale, comprende un frammento storico precedentemente pubblicato ma di cui si ignorava la provenienza, una ignota schedatura di corrispondenza diplomatica e infine una  altrettanto sconosciuta versione di una cronaca fiorentina ben nota. Tutti e tre rientrano nella tipologia delle scritture incompiute, dallo statuto ibrido, al confine tra compilazioni storiografiche e appunti di governo.

I fatti a cui fanno riferimento le circa 100 carte del manoscritto ritrovato concernono episodi della storia della Repubblica fiorentina, che il segretario della seconda Cancelleria, un Machiavelli all’epoca tra i trenta e i quarantacinque anni, registrava con l’aiuto di vari collaboratori nella modalità tipica degli Annali, ovvero con un intento prima di tutto cronachistico.

Allenze, guerre e strategie dell’epoca

Alleanze, conflitti, guerre, strategie riguardanti le conformazioni politiche italiane ed europee, da quella imperiale a partire da Massimiliano I, alla Francia dei Carlo VIII e Luigi XII, fino alla Repubblica di Venezia, il Regno di Napoli, il Ducato di Milano e la Repubblica pisana.

Avvenimenti noti e meno noti, personaggi di primo piano e secondari, principi, ambasciatori, uomini d’armi, si ritrovano in queste raccolte: una sorta di laboratorio storiografico conservato tra i quaderni di lavoro che l’ex segretario portò con sé all’uscita dalla Cancelleria nel 1512, continuando a incrementarne il contenuto e fissando così sulla carta una parte di quella ‘lunga esperienza delle cose moderne’ che fu guida essenziale per una più matura riflessione politica concretizzatasi più tardi nei capolavori per cui Machiavelli è tuttora considerato il fondatore della scienza politica moderna.

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