Cultura/

Tessere e riparare: le parole cucite di Elena Berriolo in mostra alla Crumb Gallery

Fino al 24 novembre a Firenze una mostra “intima” di libri d’artista che invita gli spettatori a riflettere sulla fragilità della pace

Elena Berriolo – Maria Callas – 2011 – 002

Fino al 27 novembre la Crumb Gallery di Firenze ospita “Sewn Word” la mostra personale dell’artista italiana, di base a New York,  Elena Berriolo.

È la macchina da cucire lo strumento con cui Elena Berriolo crea la sua arte, in un dialogo continuo, fluido, tra passato presente e futuro. Un dialogo che Berriolo indaga attraverso proprio l’atto di tessere, cucire, riparare dando vita a libri d’artista e performances.

Se i suoi primi lavori – installazioni, sculture, dipinti, arazzi – erano opere di grande formato, più monumentali, dal 2011 ad oggi ha fatto una scelta radicale: quella di dedicarsi quasi esclusivamente a una dimensione più intima, quella del libro.

Ogni libro è un’opera unica che molto spesso ha origine proprio da performances, da azioni che sono denunce di situazioni di ingiustizia sociale, di degrado dell’ambiente, fino a quelle più politiche come We can mend for peace, una richiesta di pace che l’artista sta perpetrando dal 6 marzo 2022, inizialmente concepita come risposta all’invasione russa dell’Ucraina, per abbracciare poi altre crisi internazionali, inclusi i conflitti in Medio Oriente.

L’artista, attraverso un gesto deciso di strappo e successiva riparazione del tessuto, invita il pubblico a riflettere sulla fragilità della pace e sulle azioni necessarie per ricostruirla, e ogni telo ricucito diventa una pagina di un libro unico.

Come lei stessa afferma: “Strappare, distruggere, è un gesto breve. Ricucire richiede tempo e cura, ma è possibile”.

Elena Berriolo “Jazz” (by Matisse) 2018

Nella mostra “Sewn World” i libri d’artista di Elena Berriolo

La mostra “Sewn Word” si focalizza sul percorso artistico intrapreso da Elena Berriolo proprio dal 2011 ad oggi.

In mostra una selezione dei suoi libri, esposti su dei leggii come fossero partiture musicali, che il pubblico può sfogliare, su ognuno l’artista è intervenuta con parole, testi, con il colore, acquerelli, foglie, spine, intinte nell’inchiostro.

Così sono nati alcuni libri dedicati, o meglio in conversazione con personaggi del mondo della letteratura, dell’arte, della musica come: Emiliy Dickinson, inspirato a un suo breve poema “But are not all facts dreams as soon as we put them behind us (Ma non tutti i fatti sono sogni, non appena ce li siamo lasciati alle spalle)” scritto dalla poetessa su un piccolo pezzo di busta; Transcription and variation of Jazz (by Matisse) with Sewing Machine, un’esplosione di colore, che fa parte di una piccola serie su artisti canonici che “avrebbero dovuto” usare la macchina da cucire come Lucio Fontana e Ellsworth Kelly; Maria Callas; In Conversation With the Spider, un omaggio a Louise Bourgeois che ha realizzato molti libri d’artista come Ode à l’Oubli.

Due sono stati creati ascoltando Philip Glass, Opening Philip Glass e Metamorphosis, “danzando” con il filo e l’ago sulla carta pigiando il piede della macchina da cucire.

Ci sono anche alcuni libri sulla natura come Summer day, I am a Beetle, il primo di questa serie, realizzato in seguito a un’infestazione di coleotteri giapponesi nella sua proprietà a Milanville in Pensilvania, dove ha utilizzato immerse nell’inchiostro, le foglie mangiate dagli insetti, pressate poi sulla carta.

In My Thorny Rose Brush ha adoperato ramoscelli di rose selvatiche, molto spinosi con cui ha accarezzato le pagine, come fossero pennelli intinti in inchiostro nero e rosa. In Maybe I was a bottle, racconta invece la magica trasformazione nel tempo, attraverso l’impatto dell’acqua, di materiali scaricati nel mare.

Per Crumb Gallery ha creato ad hoc, uscendo, dopo molto tempo, dall’esclusività del formato ‘libro’, un’installazione a parete, composta da tre serie distinte di cinque elementi ciascuna: Parole Dette, Parole non Dette e Parole Scritte.

Questi lavori esplorano la comunicazione verbale, come le parole, oltrepassando i limiti della pagina, si espandano in una dimensione più grande e complessa, evidenziando il processo creativo stesso come un atto fisico e mentale.

Infine, Elena Berriolo realizzerà, mercoledì 2 ottobre, alle 18.30, una performance inedita Otto Parole, con la macchina da cucire, dando vita a un nuovo libro cucito che andrà a unirsi a quelli già esposti.

Informazioni sull’evento:

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