La tartaruga Eleonora lo scorso dicembre era stata trovata impigliata nelle reti da un pescatore a largo del porto di Livorno: dopo essere stata curata nel centro di recupero dell’Acquario di Livorno l’11 giugno è stata rimessa in libertà in mare. Prima però sul carapace di Eleonora è stato applicato un tag satellitare che permette di seguire i suoi spostamenti: ad oggi, in soli due mesi, ha percorso 700 chilometri ed è arrivata sulle coste della Campania.
Eleonora è solo una delle protagoniste del video sulle tartarughe marine in Toscana che è stato realizzato da Arpat, l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana che insieme ai soggetti che fanno parte della rete dell’Osservatorio Toscano Biodioversità porta avanti un monitoraggio sulla biodiversità marina. In particolare sulle Caretta caretta, che vengono avvistate sempre più spesso nei mari toscani e dal 2013 hanno iniziato anche a nidificare sulle spiagge della nostra regione.
In Toscana infatti, esclusi pochi avvistamenti di specie più rare come la tartaruga verde e quella liuto, sono le Caretta caretta a essere ritrovate spiaggiate o catturate incidentalmente. Per questo è attiva la rete dell’Osservatorio Toscano Biodioversità, che mette insieme le università, i centri di ricerca pubblici e privati, gli acquari e le associazioni ambientaliste. Esiste anche il numero gratuito a disposizione dei cittadini che vogliono segnalare alla Capitaneria di Porto il ritrovamento di una tartaruga o di un nido, che è il 1530.
La protagonista di questo video è la tartaruga marina comune in tutte le fasi della sua esistenza. Si parte dalle nidificazioni che si sono registrate in Toscana dal 2013 e che sono cresciute di anno in anno, tanto che questa estate sono ben quattro i nidi scoperti sul litorale: a Cecina, San Vincenzo, Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia. Sempre di più sono i cittadini e i turisti a identificarli, grazie anche alla campagna di informazione lanciata dalla Regione “Chi trova un nido trova un tesoro”, che spiega come capire se sotto la sabbia ci sono le uova. Nel settembre del 2015 Valerio Scarinci e Giulio Innocenti dell’Orbetello Camping Village sono riusciti così a filmare la schiusa delle uova e le piccole tartarughine che raggiungono il mare sul Tombolo della Giannella.
Sono numerosi i pericoli che le tartarughe corrono durante la loro vita in mare: rischiano di essere catturate accidentalmente dai pescatori, di ingerire rifiuti o di essere colpite dalle imbarcazioni.
Quando un esemplare viene ritrovato spiaggiato e in difficoltà in Toscana sono ben quattro i centri di recupero che si occupano di dargli le cure necessarie: il Centro di Talamone, nel Parco della Maremma, il centro dell’Associazione Tartamare a Marina di Grosseto, l’Acquario di Livorno e il centro WWF di Massa.