Si chiama Uffa! ed è il tampone nasale “fai da te” messo a punto dal laboratorio di immunologia dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze per la diagnosi di Covid-19. Un vero e proprio kit di autosomministrazione che ha superato la prima fase di sperimentazione e sarà dunque utilizzato da 1500 operatori del nosocomio come screening periodico.
COME SI UTILIZZA
La procedura è semplice, spiegano dall’ospedale. “Basta inserire il bastoncino con la punta di cotone prima in una narice e poi nell’altra, poi chiuderlo in una provetta che verrà successivamente analizzata”. Questa metodologia, precisa ancora il Meyer, “è davvero poco fastidiosa, perché il tampone viene inserito solo nella narice senza andare in profondità. Molti studi hanno dimostrato che se una persona è positiva, il virus è presente nel suo naso”.
In questa prima fase è stato proposto l’arruolamento nello studio e quindi l’esecuzione dell’auto-tampone agli operatori (sanitari e non) che si sono sottoposti – come di routine al Meyer in questi mesi – al prelievo del sangue per la sorveglianza test anticorpi Sars-Cov-2.
LA SPERIMENTAZIONE
Dal 6 ottobre al 9 novembre sono stati effettuati 803 tamponi autosomministrati da operatori Meyer. Nello stesso periodo sono stati effettuati, sia su operatori che su pazienti, 1.016 tamponi rino-faringei ‘classici’ a opera di operatori sanitari. Nessun tampone è risultato non valido, né nel gruppo autosomministrato, né nel gruppo eseguito dagli operatori. Nell’ambito dei tamponi autosomministrati sono stati evidenziati 10 tamponi positivi. Nessuno è risultato falso positivo.
RIDURRE IL SOVRAFFOLLAMENTO NEI CENTRI TAMPONI
Secondo il direttore generale del Meyer Alberto Zanobini, “gli scenari che l’autosomministrazione del tampone può aprire dal punto di vista dell’impatto sull’organizzazione sanitaria sono imprevedibili”. Poi aggiunge: “Potrebbe essere una fondamentale soluzione al problema del sovraffollamento dei centri tamponi, siano essi nelle strutture sanitarie o nei drive-through”.