La Venere e la Primavera di Botticelli e lo Swatch: l’immagine per eccellenza della bellezza femminile nel Rinascimento e l’orologio che da 40 anni è al polso di un pubblico variegato, allegro, curioso. Giovedì 13 aprile l’attesa è finita e a Firenze sono stati presentati i due nuovi modelli dell'”Art journey collection” che la multinazionale ha dedicato al museo degli Uffizi.
Su quadrante e cinturino ecco la Nascita di Venere e la Primavera di Sandro Botticelli: due dipinti iconici per il museo fiorentino e per la storia dell’arte mondiale. L’apertura delle vendite, nel negozio di piazza Duomo, ha visto subito formarsi le prime code. Proprio come davanti al colonnato degli Uffizi.
Botticelli sugli orologi Swatch
Il segno di un sottile fil rouge che lega i due protagonisti dell’operazione: i capolavori di Botticelli da una parte e gli orologi di Swatch dall’altra sono i campioni della cultura pop dei loro tempi. Un incontro che sembrava impossibile e che invece si è realizzato. Per la reciproca disponibilità del museo fiorentino e della multinazionale.
“Il rapporto è nato da volontà di Swatch di trovare un museo italiano con cui continuare il percorso portato avanti negli anni con i musei internazionali. Abbiamo avanzato la proposta al direttore Eike Schmidt che ha accolto con entusiasmo l’idea. Poi il lavoro è proseguito per capire su quali opere lavorare. Swatch per scelta non usa opere di carattere religioso e ci interessava proporre un capolavoro del Rinascimento. Botticelli si identifica molto con Firenze e con la Toscana in generale” racconta l’amministratore delegato della Residenza Swatch Art Peace Hotel Carlo Giordanetti.
Swatch “sostiene” gli Uffizi
Il dialogo è andato avanti spedito: la multinazionale ha sottoscritto un regolare contratto con le Gallerie degli Uffizi. “È un’operazione che ci ha convinto perché garantisce entrate alle gallerie attraverso il regolare pagamento del diritto d’immagine – sottolinea il direttore Eike Schmidt – oltre a essere un veicolo implicito di pubblicità per noi“. Sul cinturino infatti è ben visibile il logo del museo. E proprio in virtù di questo contratto, l’operazione è andata in porto dove invece per la collezione di Jean Paul Gaultier erano state bloccate le vendite degli abiti.
Inoltre l’iniziativa con Swatch offre la massima visibilità agli Uffizi per il fatto che gli orologi non sono serie limitate ma sono in vendita nei negozi Swatch, negli affiliati e sui canali web. Il massimo a livello di promozione.
“Per noi – aggiunge Giordanetti – è anche un progetto di corporate social responsability. Un modo di contribuire alla vita artistica di un paese. Noi in fondo abbiamo un pubblico transgenerazionale. L’orologio può essere uno stimolo magari per chi non è stato agli Uffizi di andare a scoprire l’opera“.
Una vetrina per gli Uffizi nel mondo
In conclusione Swatch e Uffizi forse non ne avevano bisogno di questa operazione “ma tutti e due ne possono trarre vantaggio -ammette ancora l’amministratore delegato – Una delle cose belle di questo progetto, essendo italiani ne siamo fieri, è che 700 vetrine di negozi in tutto il mondo espongono questi orologi e raccontano le storie delle due opere. E’ come se ci fosse un’amplificazione della diffusione delle opere in tutto il mondo. L’idea di portare questi capolavori nel quotidiano della gente è una cosa interessante e inoltre il mosaico che stiamo costruendo con l'”Art journey collection” si arricchisce oggi del quarto museo del mondo. Per noi è una gioia“.
Swatch e Uffizi, nuovo incontro a Shanghai
Dopo la presentazione in grande stile a Firenze, ora un nuovo appuntamento attende Swatch e Uffizi: la grande mostra “Botticelli and the Renaissance” che si aprirà a Shanghai presso il Bund One Art Museum il 28 aprile. Oltre 48 capolavori rinascimentali provenienti dalle collezioni della Galleria degli Uffizi, tra cui 10 opere di Botticelli, saranno esposti fino al 27 agosto.
“Noi presenteremo i due Swatch con Botticelli a Shanghai. Sarà anche questa una forma di promozione per gli Uffizi e tenendo conto che tanti turisti cinesi e orientali non sono ancora tornati a Firenze, sono certo che offrirà una buona visibilità al museo” conclude il ceo.