C’è un giovane tra i giovani sul palco naturale di Suvignano. Si chiama Pietro Resta ma tutti lo conoscono come Wikipedro, l’influencer che ogni giorno incolla al video milioni di persone raccontando Firenze e la Toscana sui social.
Una maglietta bianca e quell’hashtag #benecomune” che da solo dice tutto sulla tenuta confiscata alla mafia nel 2018 e assegnata alla Regione Toscana. Accanto a lui Bernard Dika, 23 anni, consigliere del presidente Giani per le Politiche Giovanili.
Una collina baciata dal sole, il vento di settembre che soffia tra Monteroni d’Arbia e Murlo, i comuni dove si estende la tenuta. Il terreno arido che assomiglia al velluto quando il tramonto si avvicina. Cipressi uno in fila all’altro, come a ricordare che in Toscana niente sta lì per caso. C’è una natura bella da togliere il fiato e c’è l’uomo che la custodisce, la cura e poi la governa.
Custodire, curare, governare.
Anche a Suvignano accade questo. Custodire questo luogo dopo che – per anni – è stato terreno fertile per gli affari sporchi della mafia. Curare le ferite di un territorio violato silenziosamente dalla criminalità. Governare, affinché non accada di nuovo. E farlo partendo dai giovani, quelli che ieri erano presenti nella Tenuta, nei campi della Legalità organizzati da Arci.
“Le ragazze e i ragazzi del presente possono davvero cambiare le cose – ricorda Bernard Dika, consigliere del presidente Giani per le politiche giovanili . “Quel senso che porta a ragionare in modo mafioso va debellato fin dai banchi di scuola, educando a ripudiare quei disvalori che fanno sì che la mafia attecchisca anche in Toscana”.
E proprio in questa direzione va l’intervento della Regione Toscana che mette a disposizione di Arci e Libera altri 20 mila euro per organizzare campi di studio e volontariato a Suvignano. Ammontano invece a 140 mila euro le risorse impegnate per il prossimo bando rivolto alle attività di educazione alla legalità nelle scuole.
Un intervento per conoscere, approfondire, capire. E sopratutto per non considerare la Toscana una terra immune dalla criminalità e dalle mafie. Il monito arriva dall’assessore regionale alla Legalità Stefano Ciuoffo.
“La mafia si era infiltrata negli spazi lasciati incustoditi: qui a Siena come altrove. Come a Livorno, da dove abbiamo capito che passa la droga diretta in gran parte d’Europa. Non possiamo però tollerare che questo ‘altro da noi’ sia parte di noi: la civilissima Toscana non può permetterselo”.
Poi l’elogio alla seconda vita della Tenuta di Suvignano, campo aperto di legalità ma anche azienda agricola e agriturismo. Ciuoffo la definisce “modello a livello nazionale” dove “l’economia dell’azienda e di un intero territorio, si somma alla socialità”.
Intanto nelle prossime settimane partiranno anche i lavori per ristrutturare ed adeguare un edificio vicino alla villa padronale. Un luogo che sarà trasformato in foresteria per accogliere una quindicina di ospiti.
Oggi invece gli ospiti della tenuta sono seduti a debito distanziamento su delle balle di fieno appoggiate su una collina in occasione della Festa della Legalità. Una scenografia naturale che mette insieme uomini, donne, la natura, gli animali che sono i primi abitanti della fattoria, i primi ad accogliere i visitatori. Ci sono ciuchini di Ragusa, greggi di pecore sarde, suini di cinta senese.
Wikipedro si guarda intorno. Quanta bellezza. Quanti giovani ad ascoltarlo. Cento persone in un sabato di settembre. Seduti a semicerchio, così da abbracciare ogni parola di Dika, degli assessori, dei sindaci.
“Ha un grande fascino questo luogo – ammette Wikipedro. Insegna come si possa rinascere da un qualcosa di estremamente negativo. Che sia di insegnamento per tutti”.
Così è da tre anni. Così è da quando la ricchezza di questo luogo è diventata valore non economico ma umano. Ricchezza di valori. Da coltivare ogni giorno con quella cultura che è il cibo migliore per nutrire ogni comunità, anche quelle dove si crede che il “male” non possa attecchire mai.