Il Subbuteo è entrato nel museo del calcio di Coverciano. Presentata la postazione che arricchisce il percorso museale e dedicata proprio al calcio da tavolo, ovvero l’evoluzione agonistica del celebre Subbuteo. Ci si potranno cimentare piccoli e grandi visitatori.
Si tratta di un gioco che in Italia ha preso piede soprattutto tra gli anni Settanta e Novanta ma che non hai mai smesso di esercitare un fascino particolare tra appassionati di tutte le età anche oggi.
ove All’interno del Museo tutti gli appassionati potranno fermarsi in una sala ludica adibita per sfidarsi al calcio da tavolo.
Si tratta di un dono della FISCT (la Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo). Per la presentazione della nuova sala dedicata erano presenti al museo di Coverciano, insieme a una delegazione della stessa federazione, anche alcuni atleti medagliati all’ultima Coppa del Mondo di questa disciplina, disputata a Roma nel settembre 2022 .
“Il calcio da tavolo – ha sottolineato il presidente della Fondazione Museo del Calcio, Matteo Marani – è sinonimo di passione e tradizione; è un gioco che trasmette senso di appartenenza. È il simbolo di una generazione e oggi fortunatamente anche i più giovani si stanno avvicinando a questa disciplina”.
Da oggi insomma all’interno del Museo del calcio sarà possibile fermarsi e sfidarsi a “punta di dito”, cercando di emulare sul panno verde le gesta compiute dai grandi campioni in scala più grande. E a proposito di grandi campioni che hanno fatto la storia della nazionale, da qualche giorno all’ingresso del percorso museale a Coverciano è esposta la maglia numero 9 di Gianluca Vialli del 1991, la stessa maglia donata da Vialli quando è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano. Un modo per omaggiare il grande campione recentemente scomparso dopo una lunga malattia: “Nel novembre 2019 – raccontano in una nota – Vialli e Mancini, sfruttando un momento poco prima di una seduta di allenamento degli Azzurri, vennero al Museo del Calcio per ammirare i cimeli qui conservati. L’allora capodelegazione si aggirava tra le sale entusiasta quasi come un bambino osservando e ammirando quelle maglie e quei trofei. Quel suo senso di attaccamento alla Nazionale e la sua gioia di godersi ogni momento dell’esistenza rimangono per tutti noi un insegnamento da custodire nel più profondo della nostra anima”.