Si è tenuta a Firenze nello studio di Doghead Animation la seconda edizione degli “Stati Generali dell’animazione“, organizzati da Cartoon Italia, in collaborazione con ANICA e ASIFA Italia, e promossi dalla Fondazione Sistema Toscana.
Oggi, con le sue 150 aziende e i circa 6.000 dipendenti, quello dell’animazione è un settore sempre più strategico e importante nel comparto audiovisivo nazionale. Per questo i rappresentanti di categoria hanno chiesto unanimi al Governo di obbligare le piattaforme streaming operanti sul territorio nazionale (come Netflix, Disney+, Amazon, Paramount+) a destinare all’animazione italiana una quota del 5% dei loro obblighi di investimento in produzioni nazionali.
I numeri
I numeri presentati agli Stati Generali sono importanti e significativi: con un investimento di 10 milioni da parte delle piattaforme e delle reti, tramite obbligo di sottoquota, in un triennio il fatturato dell’animazione italiana fermo oggi a 125 milioni passerebbe a 178,4 milioni con una crescita del 43% del valore aggiunto e la creazione di 1.120 posti di lavoro. Lo Stato, a propria volta, avrebbe un ritorno positivo di 24,6 milioni.
La “sottoquota” obbligatoria per l’animazione
“Questa è per noi una priorità e la nostra unica speranza di poter crescere – ha affermato la presidente di Cartoon Italia, Carolina Terzi – senza questo obbligo il settore entrerà in crisi. Attualmente soltanto la Rai, che non finiremo mai di ringraziare, produce serie animate italiane. Questo non è giusto né dal punto di vista industriale né da quello editoriale, considerando che altri 18 operatori privati propongono prodotti in animazione prevalentemente americani al nostro pubblico di giovani. Questo causa anche un ritardo nell’evoluzione del prodotto nazionale. Soltanto con l’obbligo di una sottoquota del 5%, questa la stima individuata dalla categoria, ci potrà permetterci di crescere”.
Affermazioni condivise da Francesco Rutelli, presidente di Anica, cha ha affermato: “Confidiamo che in Parlamento vengano recepite le istanze del mondo dell’animazione che sono di interesse nazionale. L’animazione non è un settore residuale, dobbiamo sostenere la sua parte industriale e creativa italiana. Non tanto per competere con Hollywood, ma per avere una struttura certa di regole e incentivi al pari degli altri Paesi. Altrimenti le nostre aziende verranno via via acquisite da quelle estere. La sottoquota – ha proseguito Rutelli – non è un piccolo interesse specifico, ma è un modo per stare in questa competizione. Facendo crescere le migliaia di giovani che ci lavorano e le centinaia di imprese che possono continuare ad esistere. Per questo Anica l’ha appoggiata e continua a farlo convintamente”.
Chi non ha bisogno di essere convinto della bontà della sottoquota di investimenti sull’animazione è la tv di Stato, la Rai, che ce l’ha e la applica: “Noi l’abbiamo e la rispettiamo- conferma il direttore di Rai Kids Luca Milano – mi auguro che anche le piattaforme on demand, come già hanno provato a fare in qualche raro caso, possano rendere più stabile la collaborazione con I produttori italiani. Perché penso che faccia bene anche a noi non operare in regime di monocommittenza e avere un mercato più ampio e una concorrenza”. In questo senso la Rai, che da venti anni investe sull’animazione con produzioni all’altezza della competizione internazionale, è l’investitore di punta. “Usiamo con piacere le produzioni di animazione sui nostri canali per bambini e ragazzi, Rai YoYo e Rai Gulp, ed effettivamente il talento italiano si vede alla pari con le migliori realtà europee e internazionali- assicura Milano- la nostra speranza è che anche gli altri broadcaster privati e le piattaforme inizino a investire nell’animazione italiana”.
Lungometraggi animati
Un altro tema sensibile affrontato nel corso dell’incontro è quello delle produzioni di lungometraggi animati. Senza considerare le grandi produzioni americane, anche rispetto al panorama europeo la produzione di film animati italiani per il cinema è numericamente scarsa e, per il momento, non vi è segno di possibilità di crescita. Eppure anche in questo ambito l’animazione italiana ha una grande tradizione, dai lungometraggi di Buno Bozzetto a quelli della Lanterna Magica degli anni Novanta. Lo sviluppo di queste produzioni è l’altro obiettivo emerso dagli Stati Generali, come ha sottolineato Andrea Occhipinti amministratore delegato di Lucky Red, distributore in Italia dei film di Hayao Miyazaki e di lungometraggi animati europei: “Ci vuole un segnale forte soprattutto da parte del servizio pubblico – ha dichiarato Occhipinti – se la RAI comincerà a produrre anche solo un paio di lungometraggi animati italiani all’anno, poi vedremo che gli altri produttori ne seguiranno l’esempio”. Dello stesso avviso è Benedetto Habib, partner di Indiana Production e presidente dell’Unione Produttori di ANICA: “Il Film che l’anno scorso in Francia ha vinto il Cesar, Linda e il pollo, è di una regista italiana Chiara Malta. Dobbiamo dare la possibilità ai registi e autori italiani dell’animazione di produrre anche nel nostro Paese”.
Nuova normativa per il tax credit
Gli Stati Generali sono stati anche l’occasione per un’anticipazione sulla nuova normativa per il tax credit da parte di Nicola Borrelli, direttore della Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura e di Francesco FIORILLO, dirigente responsabile Incentivi Fiscali Tax Credit e Vigilanza. Il primo ha ribadito l’attenzione e il sostegno del Ministero e del ministro Gennaro Sangiuliano per il comparto dell’animazione e le sue specificità mentre il secondo ha anticipato ai produttori presenti che nella nuova normativa l’animazione avrà una linea dedicata con delle regole che terranno conto delle sue specificità produttive, entrando poi nel dettaglio di alcune di esse.
I lavori degli Stati Generali sono iniziati il primo pomeriggio di lunedì 8 luglio, aperti dal saluto portato dalla Sottosegretario di Stato del Ministero della Cultura, la senatrice Lucia Borgonzoni: “Ritengo che gli Stati Generali dell’animazione – ha dichiarato – possano rappresentare un ottimo mezzo per tutti gli addetti del settore, per fare il punto sulla situazione dell’industria dell’animazione, discutere le sfide e le opportunità, sviluppare strategie per il futuro e avere l’occasione di creare nuove sinergie, scambiare idee e promuovere collaborazioni.
L’ultimo intervento è stato del presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone il quale, così come fatto in precedenza, ha ribadito il sostegno del Parlamento alla sottoquota animazione: “L’animazione è un potente strumento di soft power così come abbiamo potuto verificare visitando degli studi d’animazione che collaborano con le nostre aziende in un recente viaggiato in India – ha dichiarato -; il nostro impegno deve essere quello di sostenere questo comparto affinché la creatività italiana possa raggiungere le nostre nuove generazioni e quelle di tutto il mondo”.
Il settore dell’animazione in Toscana
“L’animazione è un’eccellenza italiana e in particolar modo in Toscana, regione dove ha sede un’impresa come DogHead Animation che fa animazione e appartiene ad un grande gruppo internazionale. Un’eccellenza che non tutti conoscono e che ci è sembrato giusto far conoscere al vasto pubblico. Chiamare qui a Firenze il gotha dell’industria dell’animazione del nostro paese, ritengo che sia un traguardo importante per la Toscana” – ha concluso Stefania Ippoliti, Responsabile Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana.