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Stati Generali della Cultura: a Livorno il confronto con gli operatori dello spettacolo dal vivo

Procede il percorso della Regione Toscana con una giornata di lavoro su live club, imprese culturali e creative e lavoratori dello spettacolo.

Concerto

Proseguono le consultazioni degli Stati Generali della Cultura, il percorso di ascolto e supporto al settore culturale promosso dalla Regione Toscana. Oggi si è tenuto il primo incontro sul territorio a Livorno per la commissione del Consiglio regionale presieduta da Cristina Giachi, che ha incontrato gli operatori degli spettacoli dal vivo.

“Fai contare la Cultura. Toscana creativa 2030” è il percorso partecipativo per disegnare il nuovo volto delle politiche culturali in Toscana lanciato dalla commissione Istruzione e cultura dell’Assemblea legislativa e dalla Giunta regionale lo scorso mese di luglio.

Una giornata proficua di lavoro, come ha sottolineato Cristina Giachi: “Uno degli effetti della pandemia è stato quello di creare dei coordinamenti spontanei degli operatori del mondo della cultura, un settore ad alto tasso di individualità. E stiamo cominciando a parlare con loro per mettere in luce con loro le priorità di intervento, le necessità e bisogni per organizzare in modo più strategico l’investimento pubblico in questi che sono settori importanti. Siamo a Livorno per la prima tappa in presenza degli Stati Generali della Cultura che hanno proprio questa finalità: insieme disegnare il futuro delle politiche culturali in Toscana per mettere al centro delle attività di programmazione strategica perché come ci ha rivelato l’indagine online elaborata da IRPET si tratta di un settore che impiega quasi 100mila lavoratori nella regione e produce il 2% del Pil senza contare l’indotto turistico che genera il 12% del Prodotto interno lordo. Settore che produce lavoro, ha bisogno di organizzarlo meglio e necessita di finanziamenti meglio distribuiti e programmati”.

Le richieste della rete dei promoter della Toscana

“È importante ascoltare le loro richieste e conoscere il loro modo di lavorare – ha sottolineato la vicepresidente della commissione Istruzione e cultura Luciana Bartolini – ed è quello che stiamo facendo con gli Stati Generali, capire prima per provare poi a fare qualcosa di concreto a livello legislativo. Gli aiuti da parte del pubblico servono sicuramente per potere andare avanti, perché si tratta di un settore vivo, molto importante per la Toscana, che impiega tantissime persone e crea lavoro e dà lavoro anche se si tratta di un’occupazione molto spesso precaria e servirà una legge precisa su questo settore”.

Un ampio dibattito da cui sono emerse le richieste formalizzate da Luca Zannotti del coordinamento informale della rete dei promoter della Toscana: “Siamo qui per portare spunti e idee e proporre modifiche a una legge regionale che non parla della nostra filiera, dei nostri live club, delle nostre imprese culturali e creative legate alla musica dal vivo. Non parla di un settore che produce indotto, coesione sociale, occupazione giovanile altamente specializzata e produce indotto nei nostri territori. E’ indispensabile che la legge parli dei nostri luoghi della cultura e dei nostri presidi”.

“Noi – ha proseguito Zannotti – chiediamo il riconoscimento dei live club, delle imprese culturali creative, e di tutti quei lavoratori coinvolti che animano la filiera e che producono quello che si ascolta nei club, ma anche negli stadi e nei palazzetti dello sport, dove gli artisti hanno la possibilità di portare il loro linguaggio. Il sistema culturale ha bisogno, soprattutto in una fase di grande crisi, prima pandemica e poi energetica, che depotenzia la capacità delle nostre imprese, di un intervento pubblico per tutelare i nostri presidi. Diversamente rischia di non superare questa fase”.

“I lavoratori dello spettacolo sono l’anello debole di questo meccanismo – ha concluso – c’è una legge che riconosce per la prima volta l’indennità di discontinuità, che deve essere finanziata, è necessario che vengano riconosciute le particolarità del nostro settore. I ristori della Regione Toscana è capitato che abbiano lasciato indietro dei nostri lavoratori iscritti alla gestione separata perché non sono stati riconosciuti come lavoratori dello spettacolo. Questo significa che chi legifera non riconosce la varietà che il nostro settore porta con sé. E’ importante che chi legifera sia a stretto contatto con il nostro settore per conoscerne le specificità e non lasciare indietro nessuno”.

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