Sindaci, assessori al turismo e alla cultura di tutta Italia hanno preso parte agli Stati Generali della Bellezza organizzati da Ali, la lega delle Autonomie Locali, a San Gimignano. È stato un momento estremamente costruttivo che ha messo al centro le esperienze quotidiane, le opportunità date dai riconoscimenti come Capitale Italiana della Cultura o Borgo più bello d’Italia ma anche sulle criticità causate dal post pandemia e dal conflitto ucraino, dall’inflazione e l’aumento dei costi per i lavori pubblici attorno a cui le amministrazioni locali presenti si sono confrontati.
In occasione di questa iniziativa è intervenuto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha sottolineato come dal PNRR arriveranno risorse importanti e trasversali alle sei missioni per investire sulla cultura. Sia in termini di recupero del patrimonio edilizio per teatri e sale cinematografiche, ma anche per la riqualificazione di borghi ormai spopolati. Tutto questo è stato possibile grazie ai tanti progetti di valore che le pubbliche amministrazioni hanno presentato ai bandi del PNRR. Non tutti sono stati finanziati, ad esempio, in merito ai bandi per i piccoli borghi spopolati sono risultati 289 i progetti vincitori, su oltre mille partecipanti. Sempre per i piccoli borghi una opportunità è rappresentata dalla smart working, perchè non c’è più bisogno, per alcuni lavori, di abitare vicino alla sede, questo può portare al ripopolamento dei borghi anche grazie alla banda ultra larga. Ora per Franceschini è importante “non disperdere questo patrimonio di progettualità” e individuare soluzioni per uno scorrimento più rapido delle graduatorie.
Una opportunità sotto questo punto di vista è certamente rappresentata dagli investimenti privati che vanno ad aggiungersi alle risorse pubbliche. “Si può fare molto di più – ha dichiarato il ministro – mi aspetto sempre di più che le imprese italiane che esportano i prodotti e l’Italia nel mondo devolvano una parte degli utili per recuperare i beni architettonici del Paese”.
Investire sul turismo e sulla cultura, ha poi proseguito il ministro Franceschini, “è un dovere e una opportunità” per l’Italia, che non ha certo bisogno di promuovere all’estero i grandi musei e le città d’arte già molto conosciute ma può concentrarsi su progetti quali i cammini, i piccoli borghi e le ferrovie storiche. Tutte iniziative che rispondono alla domanda sempre maggiore di turismo esperienziale che, anche se per pochi giorni, permette di vivere una esperienza autentica in Italia. Il ministero ha poi affrontato alcune criticità e problematiche su cui c’è ancora da lavorare come il potenziamento delle infrastrutture in modo da permettere di raggiungere i borghi e i musei diffusi lungo tutta la penisola con una maggiore facilità. Un tema aperto resta poi quello del personale e di misure che permettano di velocizzare gli iter, alcune di queste sono in via di sperimentazione per le opere del PNRR come, ad esempio, una sovrintendenza unica per le grandi opere infrastrutturali.
La conclusione di questa due giorni è stata affidata al presidente Eugenio Giani che ha sottolineato come turismo e cultura in Toscana sono un importante elemento di identità e arricchimento. Settori su cui la Regione investe con progetti specifici e normative dedicate quali la legge sui cammini e sugli edifici storici. “Sono grato a Franceschini – ha dichiarato Giani – perché sta facendo uno straordinario lavoro con suggestioni importanti. Il ministro ha creato un meccanismo virtuoso di competizione tra le città che abbiamo voluto replicare qui in Toscana proclamando la Città toscana capitale della cultura. Quest’anno è Volterra, che è arrivata nella selezione finale che ha visto vincere Procida. Per noi è una grande occasione per offrire eventi di prestigio e rilievo e la replicheremo ogni anno”. Al termine del suo intervento il presidente Giani ha lanciato una proposta, che sottoporrà anche al ministro dell’Istruzione ovvero quella che “in ogni regione vi sia un’ora la settimana durante le scuole medie e superiori per studiare la storia locale”. Questo permetterà agli studenti e alle studentesse di capire il perché la città o il paese in cui vivono ha avuto un determinato percorso e sviluppo, un modo per riflettere sui palazzi e l’architettura del luogo. Tutto questo perché: “la storia locale ti dà il senso di lettura e di innamoramento per la realtà in cui si vive” ha concluso Giani.