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La realtà virtuale entra in ospedale per il benessere del paziente: l’idea della startup Lemons in the room

Nasce a Firenze il progetto Lemovie che vuole trasformare la chemioterapia in un’esperienza immersiva a 360 gradi, aiutando così le persone malate ad affrontare stress e ansia. Da settembre diventerà operativo a Careggi

Il team di Lemons in the room

Hanno meno di 25 anni, si sono conosciuti a Firenze e hanno un solo obiettivo: migliorare l’esperienza dei pazienti oncologici durante la loro permanenza in reparto, utilizzando la realtà virtuale.

Niccolò Berni, Niccolò Cesareo-Santoro, Alessandro Napoli e Milo Zoppini hanno dato vita alla startup Lemons in the room che propone soluzioni innovative per il settore sanitario. Il loro primo progetto si chiama Lemovie, attualmente in fase di sperimentazione ma a settembre 2024 diventerà totalmente operativo all’interno del reparto oncologico di Careggi.

Ci siamo conosciuti all’Università – spiegano i fondatori di Lemons in the room –; abbiamo partecipato a un convegno sull’innovazione a Careggi e, in seguito, anche al Forum risk management di Arezzo.

Sapevamo che la realtà virtuale poteva essere utile per la formazione del personale sanitario, poi abbiamo iniziato a pensare a come impiegarla per migliorare l’esperienza dei pazienti oncologici che, oltre alle terapie, devono combattere stress, ansia, pressione psicologica”.

Lemovie

Così nasce Lemovie che aiuta le persone malate a “evadere” dalla routine ospedaliera attraverso un semplice visore. Il progetto, infatti, vuole trasformare la chemioterapia in un’esperienza immersiva a 360 gradi, offrendo un viaggio virtuale per ridurre l’agitazione e migliorare il benessere.

Lemovie, il progetto della startup Lemons in the room

L’idea – continuano i giovani esperti – è quella di garantire ai pazienti dei piccoli attimi di fuga all’interno di giornate emotivamente pesanti, caratterizzate da macchinari, controlli e pensieri.

Indossando un visore VR, le persone non si limitano a guardare un video, ma entrano dentro un’altra dimensione, si immergono in un altro mondo. E questo consente di dimenticare momentaneamente i problemi.

Possono partecipare a sedute di meditazione, stare in mezzo all’oceano o su una spiaggia, fare esercizi di respirazione. C’è anche la possibilità di scoprire alcune città europee. Ad esempio, si può fare un tour virtuale del centro di Parigi e vedere l’iconica Tour Eiffel”.

Rabbits Playground

Da qui ha preso il via un altro progetto, Rabbits Playground, pensato per distrarre i bambini durante le procedure mediche tramite un viaggio visivo e sonoro.

L’ospedale Meyer ha mostrato molto interesse verso la realtà virtuale e il nostro lavoro. Un’esperienza VR è in grado di far svagare i più piccoli quando devono sottoporsi a prelievi di sangue o vaccinazioni. Il nostro gioco innovativo li aiuta a superare il trauma dell’ambiente ospedaliero e permette al personale sanitario di portare a termine visite ed esami nel minor tempo possibile”.

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