Era il 1972, quando Mauro Staccioli, artista nato a Volterra, gettò il seme che avrebbe segnato una svolta nel modo di intendere la scultura. Lo fece con la mostra Sculture in città, curata da Enrico Crispolti, e poi poco dopo partecipando all’epocale Volterra ‘73, un evento pionieristico che sancì gli esordi dell’arte ambientale, voluto da un altro grande artista volterrano, Mino Trafeli, e curato anch’esso da Crispolti. Oggi, a 50 anni da questo primato conferito alla città, Volterra cerca di restituire simbolicamente alla memoria dell’artista tutta la ricchezza culturale e umana di cui Staccioli l’ha onorata nel tempo. Oltre a una mostra dedicata, una serie di iniziative collaterali per l’intera estate: proiezioni, serate di poesia, musica e un’edizione speciale e limitata di bottiglie di vino.
La mostra
Caro Mauro, questo il titolo dato alla mostra, apre domenica 12 giugno e si potrà visitare fino al 18 settembre. Sarà ospitata nel giardino e nell’antica tabaccaia di Villa Viti, nel borgo di Mazzolla, deliziosa frazione di Volterra dove Staccioli ha vissuto a lungo e a cui era molto legato. In esposizione ci saranno una decine di sculture – realizzate tra il ‘72 e gli ultimi anni di vita -, disegni di progetti, modelli in scala, ma anche proiezioni e video di autore. “Mi chiedo continuamente se Mauro avrebbe fatto una cosa del genere per questa occasione”, rivela Sergio Borghesi, curatore della mostra e amico di una vita dell’artista, “e mi rispondo no, perché Mauro avrebbe fatto qualcosa di grandioso, faceva sempre qualcosa di grande”. Ma questa non è una mostra di Staccioli, questa è una mostra per Staccioli, l’artista, ma soprattutto l’uomo, con tutto quello che lo ha accompagnato.
Le iniziative di Mazzolla 22
Caro Mauro non è solo una mostra, ma una vera e propria rassegna. Con Mazzolla 22 diverse serate animeranno il borgo, con musica, enogastronomia e letture di poesie dedicate a Staccioli (27 agosto ore 18:30), fino alla grande festa finale, a settembre. Ogni sera, da domenica 12 giugno, due proiezioni d’autore sui palazzi del paese: una, di Duccio Benvenuti, raccoglie le opere dell’artista nel mondo, l’altra, di Massimo Gentili, è un viaggio a bordo di drone tra le installazioni del territorio volterrano. Per l’omaggio, l’azienda agricola Terre de’ Pepi ha messo in commercio anche delle bottiglie di vino con etichette speciali, che raffigurano le sculture di Staccioli nella zona. Le bottiglie saranno numerate e firmate dal produttore e si potranno acquistare alla mostra e in alcune enoteche selezionate. Da parte dall’amministrazione comunale, intanto, arriva l’impegno concreto per la sorveglianza e la manutenzione delle opere sul territorio.
Staccioli vive
Germania, Corea del Sud, Andorra, Taiwan, Ecuador, Belgio, le sculture inconfondibili di Mauro Staccioli impreziosiscono moltissimi Paesi nel mondo, ma è a casa, nella sua Volterra, che hanno trovato una fortuna che è data da una profonda connessione con il territorio. Un territorio che sembra nato per fondersi con gli anelli rossi, gli archi, le “virgole” disseminati tra le colline e nei borghi. Sì, perché Staccioli, come ricorda l’amico Borghesi, sapeva capire i luoghi e ci si avvicinava in punta di piedi: “l’artista non deve essere un colonizzatore, mi diceva, ma anzi ha il compito di creare dei rapporti con il territorio, con la gente”. E proprio la gente, la sua gente, quella di Mazzolla, restituisce a noi tutti, dopo dieci anni di assenza, una delle opere volterrane più significative dell’installazione del 2009 Luoghi d’Esperienza. Si tratta dell’arco rampante Attraverso la storia, collocato originariamente nel paese e poi rimosso a causa dei segni del tempo.
“Ho scritto agli abitanti del borgo”, racconta Jean Luc Walraff, presidente dell’associazione Amici di Mazzolla arrivato qualche anno fa dal Belgio, “ho scritto a quelli che ci vivono sempre e a quelli ci vengono in estate, agli italiani e agli stranieri, e ho proposto di ricostruire l’arco. Hanno risposto tutti positivamente e in pochi giorni siamo riusciti a raccogliere la cifra necessaria per rimettere in piedi l’opera”. Non c’era un disegno, come spiega Borghesi, ma fortunatamente c’è stata la preziosa esperienza di Giuseppe Fazio, fidato falegname dell’artista che aveva collaborato a diverse sue opere, e di Carlo Bimbi, noto designer fiorentino. Le mani che creano, invece, sono soprattutto quelle di Borghesi e Walraff, l’amico di sempre e l’amico inaspettato, insieme a costruire e a dipingere per chiudere in qualche modo un cerchio e portare il loro, il nostro Mauro, letteralmente “attraverso la storia”. Finalmente anche Mazzolla ha ora il suo posto nell’app Esplora Staccioli, lo strumento digitale che mappa tutte le opere in zona. E così, per una volta ancora, Staccioli traghetta l’arte e la sua Volterra nella contemporaneità.