Sono più che incoraggianti i risultati della sperimentazione condotta da Coldiretti e dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche su come le piante contribuiscano a migliorare non solo l’area chiusa delle scuole ma abbiano effetti benefici anche sulla capacità di concentrazione degli studenti. Per prima la Nasa aveva individuato che alcune varietà di piante utili potevano rendere più pulito l’ambiente interno alle stazioni spaziali, ora lo stesso principio è stato applicato ad un progetto in alcune classi dell’istituto alberghiero Saffi di Firenze. Al centro dell’indagine, l’inquinamento indoor.
Gli effetti benefici delle piante in classe
Coldiretti Toscana con l’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBE—CNR), in collaborazione con Donne Impresa Coldiretti, AFFI (Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani) e AssoFloro nell’ambito di un protocollo siglato con l’Istituto Alberghiero Saffi di Firenze sta dimostrando che l’introduzione di alcune specifiche varietà di piante da interno come la sanseveria, la chamadorea, la yucca, il ficus e la schefflera nelle aule scolastiche può migliorare sensibilmente la qualità dell’aria respirata dagli studenti e rendere gli ambienti più piacevoli e rilassanti e favorire la concentrazione e dunque l’apprendimento.
Il protocollo
Il protocollo alla base di questa sperimentazione, siglato da Coldiretti Toscana, IBE-CNR e Ufficio Regionale Scolastico, oltre alle lezioni in aula e alle visite esterne, ha previsto anche una specifica fase di monitoraggio della qualità dell’aria in alcune aule per dimostrare, con dati scientifici alla mano, [marl]che le piante da interno sono una soluzione green [/mark], disponibile ed economica. I bambini sono i gruppi più colpiti dalle conseguenze dell’inquinamento indoor. E le scuole gli ambienti dove ogni giorno, 400 mila studenti nella Regione Toscana, trascorrono la maggior parte del loro tempo spesso in situazioni di affollamento.
“Un progetto intelligente e anche bello esteticamente – ha commentato la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi – Se consideriamo che la maggior parte delle nostre scuole si trova in un contesto urbano dove dunque all’aria viziata si aggiunge lo smog proveniente dall’esterno, la soluzione proposta da questa sperimentazione di Coldiretti Toscana e CNR va nella giusta direzione. Verde in classe non solo significa salute, al primo posto, ma abitua i nostri giovai studenti e studentesse a comprendere valore delle piante che, oltre ad abbellire l’ambiente e il paesaggio, purificano l’aria, agiscono come barriere acustiche e visive, producono ossigeno, riducono l’anidride carbonica, catturano polveri, particolati e PM10 e ci aiutano anche a risparmiare energia grazie al potere rinfrescante in estate ed alla protezione dai freddi venti in inverno. Non solo, le piante hanno anche un valore economico. La perdita di un albero o di un arbusto può corrispondere ad una perdita anche in termini monetari per l’intera comunità”.
Il monitoraggio
Il monitoraggio ha coinvolto quattro classi dell’Istituto alberghiero fiorentino con medesime caratteristiche: in due sono presenti una quarantina di piante in vaso di diverse specie già riconosciute nell’ambiente scientifico come filtri naturali, in altre due non è invece presente alcuna pianta. Le specie utilizzate per l’allestimento sono state soprattutto piante di sansevieria, di piccole palme (Chamaedorea) e piante più grandi come schefflera, ficus e yucca. Particolare attenzione è stata posta nella disposizione delle piante all’interno delle aule-pilota sulla base non solo dell’idonea esposizione alla luce ma anche del risultato estetico finale, consci dell’importanza del verde nel creare ambienti più accoglienti e del contributo delle piante a favorire l’attenzione e la concentrazione degli alunni ma anche a ridurre stati ansiosi e di stress, contribuendo ad aumentare la qualità del servizio educativo.
“Il benessere delle studentesse e degli studenti – ha detto l’assessora all’Istruzione della Regione Toscana Alessandra Nardini, – merita molta attenzione. Come Regione Toscana non vogliamo sottovalutarlo e prestiamo molta attenzione alle innovazioni e al contributo che la ricerca e la scienza possono portare. Sono quindi grata a Coldiretti, all’Istituto di Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche e all’Istituto Alberghiero Saffi di Firenze per questo progetto che mira a promuovere il benessere all’interno delle aule, rendendo le nostre scuole più salubri e più accoglienti”.
I risultati della sperimentazione
In circa cinque mesi dall’avvio della sperimentazione le concentrazioni di CO2, componente che causa il mal di testa e provoca un calo della concentrazione, sono crollate del 20%, mentre quelle delle polveri sottili PM2,5 del 15%.
Risultati definiti dai ricercatori ben al di sopra delle aspettative per un progetto che porta con se benefici in termini di salute, benessere psico-fisico ed apprendimento scolastico.
“Molte delle risposte e molte delle soluzioni all’inquinamento sono già in natura – – ha spiegato Angelo Corsetti, direttore Coldiretti Toscana – Questa sperimentazione conferma ciò che sappiamo sulle piante ma ci mette per la prima volta di fronte ai risultati oggettivi in un contesto ben preciso: una scuola. Le piante presenti in aula ci aiutano a ridurre i rischi per la nostra salute e favorire l’apprendimento che l’inquinamento condiziona. Vale per gli ambienti al chiuso così come per le nostre città strette nelle morse delle polveri sottili e del biossido di azoto ancora lontane dagli obiettivi della direttiva UE sulla qualità dell’aria previsti entro il 2030. La fortuna per la Toscana è il florovivaismo e quindi la possibilità di coltivare e mettere a disposizione piante da interno per combattere la sindrome dell’edificio malato ed alberi per aiutarci a depurare l’aria e mitigare gli effetti della crisi climatica in una regione dove si contano appena 17,5 alberi ogni 100 abitanti ed appena 23,5 quadrati di verde urbano a testa.”
“Il Saffi ha aderito senza esitazioni a questo progetto che ci è stato proposto all’inizio dell’anno scolastico. A volte sono buone le intenzioni non è detto che si riescano a realizzare. In questo caso ci siamo riusciti anche grazie alla collaborazione che si è instaurata con Coldiretti e IBE-CNR. – ha spiegato Francesca Lascialfari, dirigente scolastico Istituto Alberghiero Saffi – I dati sono incoraggianti e stimolanti anche per il futuro. Sarebbe molto bello di poter dotare le nostre scuole delle piante mangia inquinamento”.