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Space it Up: l’Università di Firenze protagonista della ricerca spaziale italiana con il Pnrr

L’Ateneo fiorentino fa parte del partenariato esteso finanziato con 80 milioni di euro dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero dell’Università e della Ricerca

L’Università di Firenze punta alle stelle e partecipa al partenariato esteso del Pnrr “Space it Up”, un progetto finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero dell’Università e della Ricerca che, con un investimento di 80 milioni di euro, si prefigge di imprimere una svolta alla ricerca sulle scienze spaziali in Italia.

80 milioni di euro per l’esplorazione spaziale

Il consorzio riunisce 33 soggetti – tra università, enti di ricerca e industrie – che affronteranno in maniera sinergica e interdisciplinare le maggiori sfide scientifiche e tecnologiche inerenti al campo dell’esplorazione spaziale: dalla conoscenza dello Spazio al futuro sfruttamento sostenibile delle sue risorse, anche in vista di possibili futuri insediamenti umani.

Il progetto prevede il coinvolgimento di 5 dipartimenti dell’Ateneo fiorentino: Scienze della Terra; Fisica e Astronomia; Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali; Ingegneria Industriale; Architettura.

L’Università di Firenze coordina lo studio di ambienti e risorse extraterresti

All’interno di “Space It Up”, l’Ateneo fiorentino lavorerà in quattro spoke: due sono inseriti nella macroarea di ricerca “Osservazione della Terra”, mentre gli altri appartengono a quella di “Esplorazione extraterrestre”.

A Unifi è stata affidata la co-leadership dello Spoke 9 – condivisa con l’Università di Padova – per lo studio di ambienti e risorse extraterrestri, con l’obiettivo di rendere possibile la permanenza umana nello spazio per lunghi periodi di tempo, anche attraverso missioni e futuri insediamenti su corpi extraterrestri, come la Luna e Marte.

“L’Università di Firenze è in prima linea in un progetto di importanza strategica – spiega Giovanni Pratesi, delegato dell’Ateneo per “Space it Up” – le sfide che ci troveremo ad affrontare avranno non solo ricadute scientifiche di assoluto rilievo, ma porteranno alla creazione di nuove professionalità altamente qualificate che contribuiranno allo sviluppo e all’avanzamento delle scienze dello Spazio in Italia, riconfermando così il ruolo di primo piano ricoperto dal nostro Paese a livello internazionale”.

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