Un software in grado di migliorare la gestione clinico-radiologica dei pazienti affetti da Coronavirus, attraverso la valutazione quantitativa delle Tac torace, ovvero la comparazione dell’impegno polmonare con i dati clinici, terapeutici e prognostici osservati nei vari casi, per identificare soglie riproducibili di stratificazione utilizzabili in ambito clinico e prognostico.
È questo l’obiettivo dello studio clinico o intrapreso dal gruppo interdisciplinare sulle interstiziopatie polmonari, già strutturato nell’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa prima della pandemia e che adesso – grazie al supporto di un dispositivo ad hoc – ha creato un punteggio automatico basato sull’analisi densitometrica delle Tac torace che quantifica l’impegno interstiziale polmonare dei pazienti permettendo di avere un’analisi in percentuale e intraprendere le terapie più appropriate.
Per l’Aoup è un ulteriore tassello nelle ricerche sul Coronavirus e i suoi meccanismi fisiopatologici, ancora poco noti, che sfrutta una delle evidenze scientifiche finora emerse in sede di imaging diagnostico, ossia che l’estensione dell’impegno polmonare documentato dalla Tac sia correlato al decorso clinico dei pazienti positivi.
Emersa la necessità di ‘misurarlo’ in emergenza con un sistema più accurato della semplice lettura visiva del referto è stato creato, con il supporto della tecnologia in campo biomedico e la collaborazione della radiodiagnostica del pronto soccorso, uno score automatico basato sull’analisi densitometrica delle Tac torace che ha permesso ai radiologi di misurare l’impegno interstiziale in modo veloce e oggettivo.
Inoltre, le Tac verranno analizzate con un software automatico a disposizione, che permette di riconoscere e quantificare le alterazioni Tac tipiche di questi quadri interstiziali polmonari e di misurare il diametro vascolare nelle varie zone e livelli polmonari.
