E’ un’azienda che ha bruciato le tappe: da spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna a società all’avanguardia nel settore dell’intelligenza artificiale. Sixth Sense ha segnato una crescita costante dal 2015 a oggi, come testimoniano premi e ranking mondiali: dall’Oscar dell’Innovazione 2021, il premio dell’ANGI, la prima organizzazione nazionale no profit dedicata al mondo dell’innovazione, ai numerosi articoli sui quotidiani più prestigiosi. Il Financial Times ne ha evidenziato la rapida crescita in Europa nel 2021 con un tasso di +119%, il Sole24 Ore l’exploit nella classifica “Leader della crescita” per il 2021. Sixth Sense si è piazzata in 33esima posizione su 8000 aziende.
L’azienda, nata dall’idea di due giovanissimi ingegneri, Gianluca Nastasi e Giacomo Filippo Porzio, ex allievi della Scuola Sant’Anna, e dall’imprenditore Renato Giacobbo Scavo ha scelto ora di investire su Pisa. Nella città che ha tenuto a battesimo la start up è stata inaugurata una nuova sede, un modernissimo Tech Hub di 500 metri quadrati con spazi destinati a uffici ed eventi in stile Academy e si annunciano altre 25 nuove assunzioni per il 2022. L’azienda conta già oggi 50 dipendenti, età media di 30 anni. Oltre a Pisa ha una sede a Roma mentre i clienti sono sparsi in giro per il mondo nei settori Finance e Life Science.
“Abbiamo voluto questa nuova sede di Pisa, tre volte più grande di quella che ci ha ospitati sinora, pensando al futuro e alla crescita della nostra azienda anche in termini di nuovi assunti – ha detto Giacomo Filippo Porzio, CEO di Sixth Sense -. Dal 2015 a oggi ci siamo espansi con una media di almeno due nuove assunzioni al mese: per il 2022 ne prevediamo circa 25”. “Pisa – ha aggiunto Porzio – è un centro di eccellenza universitario di primo livello; qui ci sono tantissimi giovani di talento che arrivano da tutta Italia e non solo, e la città offre un’ottima qualità della vita oltre a un importante tessuto economico e industriale con cui confrontarsi e collaborare. Insomma è un posto in cui noi crediamo molto, tanto quanto nella necessità di restare legati al territorio e contribuire alla sua crescita”.
A giugno, Sixth Sense è entrata nel portafoglio di Gellify, piattaforma di innovazione che fa da trait d’union tra startup innovative selezionate e aziende tradizionali, di Azimut Digitech Fund, fondo di venture capital alternativo, e di innovative-RFK, holding di partecipazioni che investe in Pmi innovative ad alta crescita. Partnership che rappresentano un’ulteriore tappa per l’azienda. “Fin dalle prime interlocuzioni con Nastasi e Porzio – ha spiegato Giacobbo Scavo – ho intuito che ci fossero una visione del mercato dell’intelligenza artificiale molto concreta e idee assolutamente chiare su come valorizzare le loro competenze. Per questo ho deciso di investire in Sixth Sense e di accompagnarla nelle scelte strategiche più significative, come appunto quella dei soci che oggi sono Azimut, Gellify e I-RFK”.
Se orizzonti e prospettive di Sixth Sense sono internazionali, Gianluca Nastasi e Giacomo Filippo Porzio non dimenticano le loro radici. “Ci siamo conosciuti nei laboratori del TeCIP della Scuola Sant’Anna grazie alla quale abbiamo potuto accrescere le nostre competenze e fare esperienze in progetti internazionali – racconta Gianluca Nastasi -. Pensando al nostro futuro, entrambi avevamo ben chiaro che la carriera accademica avrebbe avuto tempi lunghi e comunque molte incertezze”.
“La maggior parte dei nostri colleghi è andata in Svizzera, Svezia, Finlandia, Germania – continua l’imprenditore -; noi volevamo restare in Italia. Nel 2015 abbiamo scelto tra due strade, quella del precariato nella ricerca e quella del salto verso l’imprenditorialità. Abbiamo voluto provare a portare le conoscenze acquisite in ambito universitario lavorando su progetti di intelligenza artificiale applicata al mondo industriale. Entrambi lavoravamo nel settore di analisi ed elaborazione dei dati e già dal 2008 vi avevamo intravisto un potenziale, ma erano gli anni della crisi e abbiamo scelto di aspettare tempi migliori”.
“Abbiamo iniziato con due computer, le nostre competenze e tanta buona volontà – racconta ancora Nastasi -, e con un investimento iniziale di 20mila euro per costituire la società. La crescita di Sixth Sense è stata incredibile e immediata, anche grazie al coinvolgimento di quello che è in pratica il nostro ‘mentore’, Renato Giacobbo Scavo. Adesso, a sei anni di distanza, siamo arrivati a 50 dipendenti, due sedi, un fatturato importante, soci di altissimo profilo e ancora moltissime prospettive”.
Alla inaugurazione del Tech Hub, al fianco dei tre fondatori non potevano mancare anche Sabina Nuti e Marco Frey, rettrice e prorettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e Antonello Carlucci, CEO di I-RFK. Coloro che hanno visto da subito l’enorme potenzialità della start up. “Il fatto che una delle nostre spin-off abbia fatto un salto quantico di crescita e inaugura oggi una nuova e più grande sede – commenta la rettrice Nuti – è una grande soddisfazione. Allo stesso modo è molto significativo che un nostro ex assegnista e un dottore di ricerca portino avanti questa impresa coinvolgendo un gran numero di giovani. Tutto questo dimostra quanto sia importante investire su una formazione di alto livello per portare sviluppo e crescita in un territorio”.
Per Marco Frey “veder crescere e raddoppiare una spin-off generata dalla Scuola Sant’Anna ci inorgoglisce. Sixth Sense fa parte di quell’ecosistema dell’innovazione, nella logica del trasferimento tecnologico e della condivisione della conoscenza, che mette a disposizione di un territorio energie, talenti e saperi che derivano dal rapporto stretto con il sistema universitario. Così si genera impatto”.
Neanche la pandemia ha frenato l’ascesa di Sixth Sense che proprio nel 2020 ha sviluppato uno dei suoi prodotti di punta, Lyriko, un software in grado di trasformare i dati in suggerimenti tattici. “Il primo settore su cui abbiamo testato la piattaforma – concludono Nastasi e Porzio – è quello farmaceutico e la sua immissione nel mercato ha coinciso con lo scoppio della pandemia Covid-19”. Lyriko si è rivelato un software di grande utilità per le aziende farmaceutiche, i loro informatori scientifici e la rete di medici, in particolare nel corso dei lockdown. Grazie a Lyriko il flusso comunicativo tra aziende, informatori e medici non si è mai interrotto.