Le sfide climatiche e per la sostenibilità passano dal Vinitaly e dall’accordo tra Vigneto Toscana, l’associazione di viticoltori di Coldiretti Toscana, e l’Istituto per la BioEconomia del Cnr. Le vigne che si estendono su quasi 60 mila ettari e sono presenti in tutti gli habitat regionali, sono le testimonial scientifiche dell’accordo siglato alla Fiera di Verona.
Coldiretti Toscana e IBE-CNR già collaborano al progetto sui benefici delle piante da interno negli ambienti scolastici. Ora il nuovo patto che vede il Vigneto Toscana come laboratorio per la ricerca scientifica e la sostenibilità dell’agricoltura toscana.
Un contributo importante nel percorso di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. Lo scorso anno l’assenza per lunghi mesi di precipitazioni unita al caldo record aveva causato danni per 260 milioni di euro alle imprese agricole e bruciato il 10% dei prodotti agricoli.
A firmare la convenzione di ricerca, a Casa Coldiretti, nello spazio Cangrande, di fronte ad una sala tutta piena, è stata la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi. La presentazione è stata coordinata dal direttore di Coldiretti Toscana, Angelo Corsetti.
Investire in innovazione e sperimentazione
“La scelta di Coldiretti di investire in innovazione e sperimentazione – ha detto Saccardi soddisfatta per la nuova collaborazione – è davvero la scelta di chi vuole rispondere in maniera appropriata alle sfide del futuro. IBE-CNR è un interlocutore di grande valore. Ci sono tutti i presupposti per costruire una prospettiva nuova partendo dalla ricerca e dalla tecnologia. Il numero di domande al primo bando per l’agricoltura di precisione, oltre 800, è significativo del bisogno di sostenibilità ecologica ed economica del settore. La strada è quella giusta”.
Gestione delle risorse per la competitività
“Non possiamo più prescindere da una attenta e scrupolosa gestione delle risorse e degli input produttivi sia in termini ambientali che di costi. L’agricoltura deve adattarsi e deve farlo rapidamente per restare competitiva e continuare a garantire la produzione di cibo e vino” ha spiegato Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana.
Una viticoltura più sostenibile per il futuro
L’accordo getta le fondamenta per un’agricoltura, e nello specifico una viticoltura, “più sostenibile che deve prepararsi a far fronte alle conseguenze di lunghi e sempre più frequenti periodi senza precipitazioni e sfasamenti stagionali. Dal campo alla tavola e dalla vigna al bicchiere la sostanza non cambia. Vogliamo dare gli strumenti alle imprese per adeguarsi ai nuovi scenari”.
La siccità ed i cambiamenti climatici che stimolano inoltre le condizioni favorevoli allo svilupparsi di malattie e al proliferare di insetti dannosi per le viti e l’uva minacciano il primato di qualità del vino Made in Tuscany.
Una sfida per restare ancora al vertice
Sono 58 le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata toscana (96,4%). La viticoltura garantisce il 21% della produzione agricola regionale per un valore di 485 milioni di euro ed esportazioni per 1,2 miliardi di euro.
“Per restare ai vertici mondiali della qualità il nostro settore deve investire nella ricerca applicata, in innovazione e sostenibilità – ha aggiunto Letizia Cesani, vice presidente di Vigneto Toscana – Sviluppo, crescita, approfondimento, consapevolezza: sono già le parole chiave del nostro presente”.
Le buone pratiche in viticoltura
Partendo dalla convenzione si punta a collaborazioni, iniziative e progetti in ambiti di comune interesse mettendo a frutto conoscenze, competenze, strutture e strumentazioni. “E’ possibile applicando la viticoltura di precisione nei vigneti per far si che l’uso delle risorse, come l’acqua, sia sempre più efficiente ma anche attraverso l’impiego di pratiche agronomiche che tengano in considerazione l’impiego del biochar, come input per migliorare lo stock di carbonio, il rilascio di nutrienti che le condizioni idriche del suolo. Ed ancora riducendo al minimo l’utilizzo dei mezzi meccanici nelle lavorazioni in vigna e incentivando l’utilizzo di soluzioni naturali contro gli infestanti” ha concluso Giorgio Matteucci, direttore IBE-CNR.