Serena Altavilla è una creatura mutaforma, non ama essere inscatolata in una definizione o in un gruppo, è come la sabbia del mare più cerchi di stringerla nel pugno, più scappa da tutte le parti. Per poterla vedere dovete distendere la mano, allora forse lei ci si poserà sopra libera come una farfalla e inizierà a danzare.
Cantante e songwriter dal 2005 si è fatta conoscere nel panorama alt-rock indipendente come frontwoman dei Blue Willa – prodotti da Carla Bozulich, in precedenza noti come Baby Blue – e successivamente dei Solki. Serena però ha collaborato nel corso degli anni anche con Calibro 35, Mariposa, La Band del Brasiliano, Tundra Orbit e Il Complesso di Tadà.
Nel suo background coesistono il punk, la tradizione popolare e le musiche d’avanguardia. Il suo eclettismo, le sue capacità performative affinate nel corso delle parallele esperienze teatrali e la sua duttilità vocale la rendono una delle performer e artiste più raffinate del nostro paese. Adesso inizia il suo percorso da solista inaugurato dal brano “Epidermide” (Blackcandy Produzioni) disponibile in digitale e in radio dal 26 febbraio. Il brano anticipa l’attesissimo album in uscita ad aprile 2021.
Il doppio, la coppia, il numero due: in qualunque forma si voglia raccontare, questo numero magico e sacro mette in crisi e ci fa da specchio, svela il terreno vastissimo della battaglia interiore in corso dentro di noi. Rompere quello specchio con tutte le conseguenze che ne possono derivare è la liberazione: ed è di questo che parla “Epidermide”. La produzione artistica del brano e di tutto il disco di cui fa parte è stata curata da Marco Giudici. Con lui, i musicisti che hanno dato il loro contributo alla realizzazione del brano sono Adele Altro, Francesca Baccolini, Alessandro Cau, Luca Cavina, Enrico Gabrielli, Matteo Lenzi e Valeria Sturba.
Spiega Serena Altavilla a proposito del brano: “Attraverso l’epidermide entriamo in risonanza. L’epidermide è un fedele strumento dell’istinto, una porta di accesso agli abissi che ci abitano. Questa canzone è un dialogo dai toni forti, assordanti, una rissa a rallentatore con me stessa e con l’altro”.
Il regista Patrizio Gioffredi, coautore del testo, ha voluto assecondare le venature dark e romantiche del brano, con un videoclip fuori dal tempo, ambientato su un set teatrale minimale, con luci cangianti ed espressioniste e un montaggio che gioca con il buio. Sulla scena Serena interagisce con un doppelgänger, a cui presta il corpo l’attrice e regista Livia Gionfrida, in una lenta e sensuale danza fantasmatica, arricchita dagli echi cinefili tipici del Collettivo John Snellinberg.