Musica/

Serata Shoegaze al Combo: in concerto dalla California la band ‘cult’ Film School

Giovedì 5 ottobre per la prima volta in Italia arriva la band che sarà accompagnata in apertura dallo shoegaze made in Tuscany dei We Melt Choccolate

Film School

Per tutti gli amanti dello shoegaze sarà una serata di fuoco giovedì 5 al Combo di Firenze.

Arrivano in concerto per la prima volta in Italia i Film School, formazione californiana che da anni imperversa sulla scena, fresca dell’uscita del nuovo album “Field”.

I Film School sono nati nel 1998 dal cantante Greg Bertens. Inizialmente, la band era composta solo da Bertens che lavorava con membri dei Fuck e dei Pavement.

Dopo la pubblicazione dell’album di debutto Brilliant Career, su MeToo! records nel 2001 Jason Ruck (tastiere), Nyles Lannon (chitarra), Justin Labo (basso) e Ben Montesano (batteria) sono entrati a far parte della band in modo permanente.

In seguito nel settembre 2007, dopo essersi trasferiti a Los Angeles, Lorelei Plotczyk ha sostituito Justin Labo al basso, Dave Dupuis ha sostituito Nyles Lannon alla chitarra e alla batteria è arrivato James Smith.

In apertura di serata suonerà la band toscana dei We Melt Chocolate e presenterà l’ultimo disco ancora inedito “Holy Gaze”, che ospita anche anche Francesco D’Elia, Sebastian Lugli dei Rev Rev Rev e Ben Moro dei Sensitive Club.

I We Melt Chocolate nascono nel 2012 dalla fusione di due band fiorentine, evanicetrip and Shades of Blue.

Il quintetto è formato da Lorenzo Sbisà alla chitarra, Vanessa Billi alla voce, Posel alla batteria, Marco Corvitto al basso e Enrico Baroncelli alla chitarra.

Propongono canzoni tra shoegaze, dream pop, wave e post punk, mescolati insieme come cioccolato fuso.

Ecco la nostra intervista a Greg Bertens

Ciao Greg! Dal vostro primo album ‘Brilliant Career’ sono passati 22 anni, avresti mai pensato di continuare a suonare per così tanto tempo?

Forse come musicista, ma non come Film School. Brilliant Career era solo una raccolta di canzoni che avevo scritto nella mia cameretta e che volevo riunire in un album. Non avevo alcuna intenzione di fare una “carriera” o un secondo album, volevo solo registrare un disco e avere degli amici che suonassero in alcune canzoni.

credo che nessuno riesca a definire cos’è lo shoegaze, a questo punto è una sorta di acronimo per tutto ciò che è lunatico e ricco di effetti

Negli ultimi anni lo shoegaze ha vissuto una vera e propria rinascita, o almeno questo è quello che percepiamo noi europei, in USA com’è la scena musicale shoegaze?

È lo stesso negli Stati Uniti. Direi che sia la psych che lo shoegaze sembrano avere un momento di gloria. Mi sembra che tutto sia iniziato con i MBV e soprattutto con gli Slowdive che sono tornati con nuovi lavori molto forti. Una volta, quando un ascoltatore di musica ci chiedeva che tipo di musica suonassimo e noi rispondevamo shoegaze, lui non aveva idea di cosa fosse. Adesso se dici ‘schoegaze’ ricevi solo cenni di assenso. In realtà preferisco che lo shoegaze resti underground, ma nel quadro generale dei generi musicali è ancora molto piccolo. Ironia della sorte, credo che nessuno riesca a definire cos’è lo shoegaze, a questo punto è una sorta di acronimo per tutto ciò che è lunatico e ricco di effetti. Ma trovo anche che i gruppi più riconoscibili come shoegaze siano piuttosto noiosi, a dire il vero.

Parlami un po’ del vostro ultimo album “Field”, il settimo, come avete lavorato al disco?

È una raccolta di idee che abbraccia diversi anni. Alcune idee sono completamente nuove, come Tape Rewind, che è nata da alcune parti scritte da Justin che io ho arrangiato in una canzone, aggiungendo il testo, e poi anche il resto della band ha aggiunto delle parti. Dal Covid facciamo tutto il nostro lavoro online tramite lo scambio di file. Altre canzoni invece sono basate su idee del passato, come Up Spacecraft, basata su una jam in studio del 2003. Abbiamo preso le melodie di base, ma le abbiamo aggiornate durante il processo di creazione di una canzone. A volte ci vuole un po’ di tempo prima che le idee colpiscano o abbiano senso per me come autore, o per noi come band. Ma ogni canzone ha una sua ragione d’essere nell’album e Field rappresenta bene il punto in cui ci troviamo oggi come band. Siamo influenzati dallo shoegaze, ma cerchiamo di non restare bloccati e di non diventare un banale esercizio di genere.

Venite in concerto in Italia per la prima volta, come vi state preparando al tour? Siete emozionati?

Molto! È la prima volta che suoniamo in Italia e la prima volta che visito l’Italia. Essendo io per metà italiano è un tour molto speciale per me, non vedo l’ora. È anche l’ultima serie di concerti nell’Unione Europea di un lungo tour UE/UK/USA, quindi dovremmo suonare abbastanza bene come band per allora, se riusciamo a mantenerci in buona forma. Grazie!

We Melt Choccolate
I più popolari su intoscana