A Firenze è pronta a partire la ’rivoluzione Green’, nelle scuole arrivano le ‘pareti verdi’ per migliorare la qualità dell’aria e contrastare l’effetto ‘isola di calore’, abbattendo gli inquinanti grazie all’impiego delle piante. Il progetto partirà in cinque scuole pilota della città, una per quartiere – Rucellai (Q1), Calvino (Q2), Kassel (Q3), Barsanti (Q4) e Bargellini (Q5) -, e mira a estendersi in oltre 30 plessi. In futuro, oltre alle scuole, faranno seguito progetti di inverdimento di altri edifici comunali, come impianti sportivi o immobili del patrimonio Erp.
Le pareti verdi potranno essere realizzate attraverso l’uso di strutture a pannelli – tecnica più costosa ma più rapida – o l’impiego di sole specie rampicanti: per queste scuole la tecnica utilizzata sarà la più breve, con gli interventi che partiranno ad autunno per concludersi un anno dopo. Le piante utilizzate saranno quelle comuni, come edera o vite americana.
Pensiamo che il riscaldamento globale lo si possa risolvere con la tecnologia, ma non è vero. Abbiamo bisogno di verde
Il biologo Stefano Mancuso consigliere speciale del comune di Firenze ha dichiarato: “Firenze può diventare un laboratorio mondiale, dobbiamo trovare dei modi per utilizzare le piante al di fuori dei luoghi canonici, portandole negli edifici. Nel mondo abbiamo bisogno di piantare mille miliardi di alberi, non è una quota enorme: se la dividiamo per gli abitanti dei diversi paesi all’Italia ad esempio toccherebbe piantarne due miliardi. Semplicemente riutilizzando le terre abbandonate dall’agricoltura dagli anni Ottanta ad oggi ne potremmo mettere sei miliardi: dunque non è un problema tecnico o economico, ma di educazione“. Il professore ha spiegato che si deve comprendere “la necessità di mettere quante più piante possibili nelle nostre città. Dobbiamo agire immediatamente, trovare nuove soluzioni per coprire di verde quello che è già esistente. Gli interventi sulle scuole sono il primo passo in questo senso. Scuole e ospedali dovrebbero essere coperti di verde, dentro e fuori: per quale motivo questi edifici siano privi di vegetazione è un mistero. C’è una vasta letteratura scientifica che dimostra come la presenza di piante abbia effetti fondamentali sulla socialità, sull’apprendimento dei bambini e sia in grado di ridurre la degenza dei pazienti”. “Non si è capito l’enormità del problema – ha concluso -. Noi pensiamo che il riscaldamento globale lo si possa risolvere con la tecnologia, ma non è vero. Abbiamo bisogno di verde”.
Il comune di Firenze ha avviato anche un confronto con Ferrovie dello Stato per verificare la possibilità di estendere il progetto ‘pareti verdi’ alle superfici verticali di immobili e strutture appartenenti al demanio ferroviario. Da una verifica preliminare sono stati individuati un paio di siti da utilizzare come progetti pilota in casi di esito positivo delle verifiche tecniche a cura dei competenti uffici ferroviari. Si tratta della parete allo sbocco del sottopasso Strozzi e della parete che sostiene il terrapieno ferroviario presso la stazione di Rovezzano. Il progetto ‘scudo verde’ potrebbe essere applicato anche a comuni limitrofi per ampliare il raggio di filtro. Il comune di Firenze intende anche fare una ricognizione sullo stato di tutti i parchi e lancerà presto un bando per un nuovo grande parco sulle due sponde, tra l’area ex Gover delle Piagge e l’area di Mantignano e del Poderaccio, obiettivo: superare i 20mila alberi in città.