Programmare le azioni per la fase 2 che rendano possibile un graduale ritorno alla normale vita sociale e scolastica. Questo l’auspicio espresso dall’Anci in un documento nazionale, contenente le proposte per la ripresa delle attività educative e scolastiche a gestione comunale. Proposte che, in alcuni punti, riprendono quelle avanzate dall’assessore alle politiche formative del Comune di Lucca, Ilaria Vietina. Non è un caso che la proposta arrivi proprio dal Comune di Lucca, che è tra i fondatori della rete nazionale delle scuole all’aperto.
«Attraverso un lavoro molto complesso portato avanti dagli assessori di tutti i comuni capoluogo – commenta Vietina – l’associazione dei Comuni ha deciso di offrire il proprio contributo per la riapertura dei servizi educativi sui territori, proponendo interventi che, aggiungendosi alle misure già adottate a livello centrale, possano garantire un sostegno ai genitori che devono rientrare al lavoro. E sono particolarmente soddisfatta che il contributo del nostro Comune, nato con la lettera al governatore Rossi di qualche settimana fa a firma del sindaco e mia, sia stato accolto nel documento Anci, che fa sue alcune proposte avanzate anche da noi. Sul tema della riapertura delle scuole, dei servizi educativi e dei centri estivi centrale dovrà essere il ruolo dei Comuni, protagonisti nel territorio».
Due in particolare le proposte del Comune di Lucca che l’Anci ha integrato nel documento e presentato al Governo. La prima riguarda la fase uno della riapertura, cioè la possibilità di aprire i centri estivi nei mesi di giugno, luglio e agosto, per bambine/i e per ragazze/i, organizzati in spazi gestiti dai Comuni o da cooperative sociali, associazioni, parrocchie.
Per la fascia d’età 0-6 anni consiglia di utilizzare le strutture già dedicate qualora dotate di giardini e spazi all’aperto. Fondamentale è l’adozione di misure di sicurezza relative a ingressi e uscite, punti di accoglienza, delimitazione fisica degli spazi, numero massimo di bambini che possono essere contemporaneamente presenti nello stesso luogo, tempi di permanenza dei genitori, formazione del personale, sanificazione e pulizia degli ambienti e dei materiali. I Centri dovranno essere facilmente raggiungibili a piedi o con minimi spostamenti, accessibili in autonomia e con accesso per i bambini e i ragazzi con disabilità, essere prossimali ad un luogo chiuso attrezzato per la fruizione di servizi igienici e nei periodi più caldi o di maltempo.
Per la fase 2 della ripartenza scolastica, invece, si pensa alla vera e propria ripresa della didattica in presenza. «La possibilità di un’alternanza con la didattica a distanza è percorribile nelle scuole secondarie – prosegue Vietina – ma non è proponibile nella primaria e nell’infanzia, per cui consigliamo di sperimentare una didattica più innovativa, che fa capo al progetto dell’educazione all’aperto, che risponderebbe non solo a obiettivi formativi ma anche a standard di distanziamento spaziale e riduzione dei rischi di contagio connessi al trascorrere troppo tempo in ambienti chiusi».
L’Anci ha rilanciato la necessità di adottare un piano integrato tra Comuni, istituti scolastici e amministrazione centrale per far ripartire il sistema di educazione e istruzione; definire un protocollo nazionale condiviso che regolamenti le misure di contrasto e di contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti scolastici; chiarire i livelli di governance dei servizi educativi e delle scuole di ogni ordine e grado; definire la questione delle risorse, posto che la inevitabile riorganizzazione dell’intero sistema educativo e scolastico comporterà un sostanzioso incremento delle spese, che dovranno essere sostenute anche con interventi diretti e mirati.